Confermate le previsioni del 2025 Yearly Outlook

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 18/03/2025 11:11

Il ripiegamento a doppia cifra percentuale dello S&P500 è persino confortante, combaciando con il comportamento medio storico; ma non andrebbe trascurato che quasi la metà delle compagnie del paniere denunci un arretramento del 20% dai massimi.

Confermate le previsioni dell'Outlook 2025 di una annata con nessuna attinenza con la felice esperienza del biennio passato: elevata volatilità a Wall Street, con più della metà delle sedute nell’ultimo mese, dal saldo giornaliero superiore all’1% in valore assoluto; incertezza continua e, dulcis in fundo, ben quattro settimane negative consecutive: non accadeva da agosto dello scorso anno.

L’imperativo di quest'anno dunque sembra essere: abituarsi al disagio. Chi credeva che i minacciati inasprimenti tariffari dell’amministrazione Trump fossero una tattica negoziale, è stato costretto a ricredersi. I riscatti dai fondi azionari hanno sfiorato i 3 miliardi di dollari nell’ultima settimana, annota Bank of America: un disimpegno perentorio, ma una goccia nel mare degli afflussi netti – 156 miliardi - sopraggiunti soltanto quest’anno dopo l’accoglimento quasi generalizzato dell’eccezionalismo americano.

L’incertezza invece sta gravando sugli operatori economici: persino quelli più ideologicamente orientati, come le piccole imprese USA. E non solo: il sondaggio fra le famiglie condotto dall’Università del Michigan, rivela un deterioramento delle aspettative che manifesta una notevole probabilità di essere seguito nei prossimi mesi da un raffreddamento dei consumi.
Se ne sono accorti gli economisti, che stando a Bloomberg venerdì per la prima volta hanno al contempo ridotto il tasso di crescita atteso per gli USA nel 2025, ed incrementato, al 25%, le probabilità di recessione.

In questo contesto il ripiegamento a doppia cifra percentuale dello S&P500 è persino confortante, combaciando con il comportamento medio storico; ma non andrebbe trascurato che quasi la metà delle compagnie del paniere denunci un arretramento del 20% dai rispettivi massimi. C’è un bear market strisciante e poco evidente.

Chi sperava di ripetere le gesta del biennio precedente, è rimasto deluso. Cauto a partire dalla fine di novembre, il nostro modello di asset allocation ha ulteriormente ridotto l’esposizione al rischio ma, avendo personalmente già agito in tal senso nelle settimane passate, troviamo che ora rifletta più adeguatamente lo scenario strutturale che si para davanti ai nostri occhi.

Reduce da una Titanic Syndrome tempestivamente denunciata, lo S&P500 ha stornato vigorosamente nelle ultime tre settimane, raggiungendo alfine la massiccia area di supporto fra 5550 e 5500 punti: una concentrazione di proiezioni, come si può apprezzare dal Rapporto Giornaliero di oggi, che evidenzia il target successivo in caso di cedimento. 
Ipotesi improbabile, nell'immediato. Ma da qui alla fine del mese qualche ulteriore colpo di coda dei venditori è da mettere in debito conto.

Gaetato Evangelista - www.ageitalia.net

 

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