Classe 1973, pisano doc, Paolo Belcari è un trader full time. Il suo ambito di attività sono le opzioni, ovviamente quelle sull’indice italiano in primis ma anche Eurex (Dax) e USA (S&P500). Ed ecco la prima curiosità:
D: Perché le opzioni?
R: Le opzioni sono lo strumento che più si avvicina al mio modo di pensare il trading, le penso e le vivo come applicazione pratica del sano buon senso.
D: Non capisco.
R: In effetti non è del tutto immediato. Forse per spiegarmi devo partire dall’inizio. Ho iniziato ad occuparmi di Borsa nel 1997, la prima azione che comprai era INA, seguivo le quotazioni con il televideo. Più che altro seguivo la passione di mio padre, un artigiano ma di solide origini contadine.
D: Credo di capire intanto l’accento sul buon senso. Nel 1997 la prima azione, e dopo?
R: Intanto mi laureavo in economia con tesi sui covered warrant, era il 2000. I miei amici guadagnavano con Tiscali ed io mi sentivo il meno furbo della compagnia a dirmi che semplicemente quella salita dei corsi era priva di senso. Il dato di fatto però era che loro guadagnavano, e tanto. E’ stata una grande lezione di umiltà.
Da quel punto la vita ha iniziato a correre: matrimonio nel 2001, stage in una sim di lì a poco. E’ durata poco ma è stato utile. Verso la fine del 2002 il grande salto, decido di fare il trader full time. Inizialmente in collaborazione con Andrea Casciari che ha sviluppato il software che ancora uso. Successivamente lui ha deciso di intraprendere la carriera di commercialista e le strade si sono divise. E’ rimasta l’amicizia ed un grande senso di gratitudine.
D: Cosa serve per fare il trader?
R: Anzitutto la professionalità. Lo so che è un termine abusato ma credo che riassuma bene la disciplina, la voglia di approfondire, il cercare la crescita continua. I mercati sono sempre più difficili, lo stress da gestire è tanto. Occorre lavorare tanto e stare molto concentrati. Non c’è spazio per la ricerca del guadagno facile o per le facili autoassoluzioni. Stiamo parlando del reddito della famiglia, della pensione e dei risparmi tutti assieme. Diamine, ci vuole davvero il buon senso di capire che non si “gioca in borsa”.
D: Ti sentiresti di consigliare il mestiere del trader?
R: Guarda Ascanio la risposta secca sarebbe no. Ci sono però dei distinguo importanti. Insomma se te lo senti dentro… La psicologia gioca un ruolo molto importate. Ancora una volta è una scelta da farsi a lume di buon senso.
D: Perché partecipare alla ITCup? E soprattutto come si fa a vincere?
R: Giusto per amor di precisione io ho vinto solo la categoria opzioni. Per quanto riguarda il partecipare mi incuriosiva la novità della nuova categoria e poi è pur sempre un modo per mettersi alla prova, per entrare in contatto con altri colleghi. Per vincere la cosa migliore credo sia restare concentrati sul proprio metodo, non permettere alla gara di essere altro che uno stimolo. Ad esempio l’anonimato aiuta.
D: Tu però hai altre esperienze di contatto con il pubblico.
R: Si, tengo una rubrica di opzioni sul sito Eduweb. Una collaborazione portata avanti con Giovanni Borsi e Luana Velardo (altri due Campioni, nda). La cosa funziona ormai da circa un anno ed è per me molto soddisfacente perché la loro organizzazione mi permette di sottrarre al mestiere (il trading) davvero il minimo indispensabile di energie e tempo.
D: Quindi per farti comunicare qualcosa al grande pubblico il segreto è fare in modo che tolga poco tempo al “mestiere”.
Una sintesi di buon senso suggerirebbe un articolo di analisi su base mensile, magari sulla testata www.itConsilium.it?
R: ahahah… vedremo….
Ascanio L.Strinati per itConsilium
www.itconsilium.it