La finestra stagionale che include gli ultimi cinque giorni dell'anno si apre con un saldo positivo. Dai setup invernali dipenderà perlomeno l'avvio del nuovo anno, con le previsioni per i prossimi dodici mesi che saranno come sempre riportate nell'Outlook annuale.
Nonostante il tentativo di recupero sul finale di ottava, Wall Street chiude in territorio negativo per la terza settimana di fila. A dicembre si tratta senza dubbio di una rarità: dal 2000 l’unico precedente risale al 2018, e come si ricorderà fu risolto con la macchina indietro tutta di Powell, che pose fine al “massacro di Natale” rimangiandosi la determinazione di demandare la politica monetaria al «pilota automatico». Gli investitori vorrebbero tanto confidare in analoga sorte, ma al momento un pivot dovish non si scorge ancora all’orizzonte.
Se queste sono le premesse invernali, non c’è granché da stare allegri. La previsione di un minimo fra il 10 ed il 13 ottobre ha trovato riscontro, ma dopo una ripartenza imperiosa gli indici si sono mostrati cauti sul da farsi, ed è certamente questo un eufemismo: lo S&P500 cede questo mese più del 5%, il che riscontra la cautela manifestata dal nostro modello di asset allocation, che all’ipotesi del rinnovato bull market non crede ancora.
Tanto per dare un’idea dell’eccezionalità dell’evento, una perdita simile dal 1950 ad oggi è stata registrata a consuntivo soltanto altre due volte: nel 2002 e appunto nel 2018. Non sorprende che gli investitori manifestino un consistente disagio, a giudicare dai massicci deflussi delle recenti settimane, e complessivamente da un sentiment fattosi di nuovo pessimista: il Panic-Euphoria model di Citi è scivolato sui livelli infimi dello scorso autunno. Nell’ultimo lustro letture simili hanno sempre favorito le ripartenze, ma evidentemente c’è qualcosa che non va.
Vedremo dunque nelle prossime quattro sedute che ci separano dalla fine dell’anno, se la combinazione di scadenze cicliche del Delta System – che suggeriva un minimo proprio giovedì – e di stagionalità, lavoreranno a favore di una conclusione almeno serena di questo sciagurato 2022. I numeri sono dalla parte dei rialzisti, ed il Santa Claus Rally sarebbe assicurato. Opportunamente perché, come ben sappiamo, il mancato concretizzarsi di un ritorno favorevole in questa finestra temporale, è sintomo di un malessere che spesso si propaga a tutti i mesi successivi.
Di Gaetano Evangelista
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