L'asticella delle aspettative Ã¨ stata posta troppo in alto

Gaetano Evangelista - 14/05/2015 18:44

La seduta di ieri riassume in modo esemplare il senso di frustrazione che domina fra gli investitori: un tentativo di rottura risulta vanificato, e poco c'è mancato che il mercato annullasse interamente i progressi. Malgrado la borsa italiana risulti tuttora fra le migliori al mondo, perlomeno fra le prime 25 piazze globali; è evidente che il meccanismo si sia inceppato.

La convincente crescita economica nel primo trimestre (+1.2% annualizzato; miglior risultato degli ultimi quattro anni) ha rappresentato la ciliegina sulla torta: come abbiamo evidenziato, dall'inizio dell'anno i dati economici in Italia hanno nettamente battuto le stime, inducendo un doveroso re-rating della borsa italiana. Ma dalla seconda metà dello scorso mesi il CESI (Citi Economic Surprise Index) ha svoltato verso il basso, trascinando con se' la performance dell'indice MIB. E i toni trionfalisti uditi nelle ultime 24 ore, possiamo starne certi indurranno gli economisti a rivedere in positivo le attese future: creando le condizioni per ulteriori delusioni.

La valutazione complessiva del mercato è dunque neutrale: meno positiva di tre settimane fa, ma non per questo negativa; almeno, fino a quando reggeranno i supporti sui quali ci siamo appoggiati la passata ottava. Una condizione del tutto simile si registra a livello continentale: il MSCI Euro Index è stato respinto dalla trendline che partiva dal massimo del 2000 e toccava il picco del 2007. Come si può notare quella linea coincideva con una fitta selva di proiezioni in area 1200 punti. La mancata rottura verso l'alto è un segnale di allerta, che subirebbe un upgrade in senso negativo qualora venisse intaccato il supporto che da anni accompagna il rialzo. Nel mezzo, è pieno trading range.

Gaetano Evangelista
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