L'economia cinese ha mostrato segnali di miglioramento nei primi due mesi dell'anno, nonostante la debolezza del mercato immobiliare continui a frenare la crescita, secondo i dati governativi. Le vendite al dettaglio sono aumentate del 4% a gennaio e febbraio rispetto all'anno precedente e la produzione industriale è cresciuta del 5,9%, come riportato dal National Bureau of Statistics. Questi dati hanno sostenuto i mercati azionari in Asia. Tuttavia, il portavoce del bureau ha avvertito che permangono sfide interne ed esterne, inclusa l'imposizione di un dazio del 20% sui prodotti cinesi da parte del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. La crisi immobiliare in corso continua a pesare sull'economia complessiva, con un calo degli investimenti immobiliari del 9,8%.
Ah, l’economia cinese, quel colosso da cui tutti sembrano voler prendere le distanze, ma che non possiamo fare a meno di osservare come un reality show sottotitolato. “Segnali di ripresa”, dicono, anzi scrivono. È come dire che una macchina sgangherata ha ripreso a camminare dopo che le avete dato un bel calcio sul paraurti. Ma ecco la realtà: l’economia cinese è ancora intrappolata in un incubo immobiliare da cui non riesce a svegliarsi, come un cane che si morde la coda.
Certo, le vendite al dettaglio sono aumentate del 4% e la produzione industriale del 5,9%. Bravi, applausi. Ma come dobbiamo leggere questi numeri se i cinesi stessi non si fidano a spendere perché hanno paura che il loro appartamento valga meno di un sacchetto di patatine? E poi, chi vogliamo prendere in giro? Basta un mega dazio punitivo da parte di quel grande stratega di Trump, e l’economia cinese trema come la gente che aspetta l’autobus sotto la pioggia.
Fu Linghui ci avverte che la situazione interna ed esterna è “complessa e cupa”. Complessa e cupa? Pare che stiamo parlando della sceneggiatura di un film noir, non di economia. E non dimentichiamo la crisi del mattone, che pesa sull’economia cinese come un macigno. L’investimento immobiliare è sceso del 9,8%, e i prezzi delle case, quelli nuovi e quelli vecchi, sono scesi, ma con una certa eleganza. Certo, non c’è nulla di meno consolante di una caduta lenta.
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Pare che i cinesi stiano imparando l’arte di sembrare davvero in ripresa. È un po’ come vestirsi bene per un funerale, no? Più interessante ancora è che mentre il mondo guarda con preoccupazione, il mercato azionario asiatico gongola felice. La speranza è davvero l’ultima a morire, soprattutto quando si tratta dei soldi degli altri.
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Se per caso avete in mente di investire nel settore immobiliare cinese, forse è il caso di ripensarci. Magari investite in qualcosa di più stabile, come un buon paio di scarpe. Se siete un politico che spera di ottenere qualcosa dalla Cina, armatevi di pazienza e di un buon libro. Perché tra un “segnale di ripresa” e l’altro, potreste aspettare un po’.
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