Il calo dei prezzi del petrolio, innescato dai dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha avuto un impatto significativo sui bilanci degli esportatori di petrolio nei mercati emergenti. Paesi come Nigeria, Angola e Venezuela stanno affrontando una riduzione delle entrate in valuta forte, il che aumenta i rischi di credito. L'Angola, in particolare, ha dovuto affrontare un aumento dei costi finanziari, con un pagamento di 200 milioni di dollari a seguito di una richiesta di margine da parte di JPMorgan. Al contrario, nazioni importatrici come India e Turchia potrebbero beneficiare di costi di importazione più bassi, sebbene le tensioni commerciali globali rappresentino comunque una minaccia per la crescita economica complessiva.
Ancora danni con i dazi di Trump, quella geniale trovata che ha messo sottosopra i mercati come un ubriaco al volante di un'auto sportiva. Volevate un po' di caos? Eccovi serviti.
Vi siete mai chiesti cosa succede quando qualcuno con il dito sul pulsante dei dazi decide che il mondo ha bisogno di un po' di pepe? Ecco, ve lo spiego io: i mercati petroliferi emergenti sembrano una festa finita male, con bottiglie rotte ovunque e qualcuno che cerca disperatamente il portafogli.
Nigeria? Angola? Venezuela? Oh, non vi preoccupate, le cose non potrebbero andare peggio... o forse sì? I grandi esportatori di petrolio emergenti si trovano ora a raschiare il fondo del barile, letteralmente. Con i prezzi del petrolio che cadono più velocemente di una dieta dopo le feste, queste economie assistono alla sparizione dei ricavi come chiavi di casa quando siete di fretta.
E poi ci sono quei poveri diavoli che dipendono dalle importazioni di petrolio. Ah, finalmente un po' di respiro, pensano. Ma non troppo, altrimenti rischiate di finire per strozzarvi con il nodo scorsoio del rallentamento economico globale.
Ma non disperate, c'è sempre un lato positivo. Almeno qualcuno riesce a risparmiare qualcosa sul conto del greggio. Certo, gli importatori potrebbero vedere un miglioramento nei deficit di conto corrente, ma a quale prezzo? Un rallentamento economico globale, il peggior incubo di ogni economista che si rispetti, un po' come una dieta di sole carote per un buongustaio.
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I paesi come l'Angola si trovano a pagare $200 milioni in contanti solo per rispondere a una margin call. Sì, avete capito bene, come se tutto questo fosse un gioco d'azzardo da casinò dove i dadi sono truccati e il banco vince sempre. Intanto, i rendimenti delle obbligazioni si impennano, come se i mercati fossero presi da una febbre da cavallo.
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Se siete investitori nei mercati emergenti, forse è il momento di controllare i vostri portafogli e chiedervi se è tutto a posto. O, meglio ancora, fatevi una camomilla, rilassatevi e aspettate che la tempesta passi. Oppure, se siete ottimisti, continuate a credere che tutto si sistemerà da solo. D'altronde, chi ha bisogno di stabilità quando si possono avere emozioni forti e continui colpi di scena?
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