Il Btp Più è in vendita a partire dal 17 febbraio ed è già boom di ordini. Il suo essere un titolo inedito e dalle caratteristiche innovative lo hanno fatto diventare subito un ottimo strumento finanziario.
Secondo i dati diffusi dal Mef, nella prima giornata sono stati collocati circa 5,6 miliardi per 160.734 contratti. Ancora mancano molti giorni alla fine del collocamento che si chiuderà venerdì 21 febbraio 2025.
I numeri relativi alla fase finale dell’emissione indicano un afflusso di ordini certamente più alto del vecchio Btp Valore di ultima collocazione. Questo aveva infatti incassato 3,7 miliardi per poi chiudere il totale con oltre undici miliardi.
Stando ai dati sono circa 160mila i connazionali che hanno sottoscritto il titolo, spinti anche dalla firma il 14 gennaio 2025 del Dpcm del Presidente del Consiglio, che modifica la disciplina per il calcolo e la determinazione dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee). Ma ancora manca il decreto attuativo e pertanto la modifica resta non operativa.
E ora cosa si rischia? Scopriamo nel dettaglio cosa potrebbe succedere dopo la pubblicazione del decreto attuativo. Prima però vi lasciamo al video YouTube di The New Finance - Federico Munari che ci spiega la convenienza del nuovo Btp Più.
Btp Più, titoli di stato ancora dentro l'ISEE?
Continua in questa settimana il collocamento del Btp Più: nelle prime ore della seconda giornata di collocamento sono arrivati ordini per 1,13 miliardi di euro sulla base di circa 37mila contratti. La richiesta complessiva, al momento si attesta a 6,73 miliardi di euro e sicuramente il dato salirà ancora.
La probabile spinta in alto delle richieste è dovuta a numerosi fattori: tassi allettanti e caratteristiche del tutto nuove rispetto al passato ma per certi versi la spinta è stata data dalla firma il 14 gennaio 2025 del Dpcm che recepisce le novità sul calcolo ISEE.
Il Dpcm prevede l’esclusione dal calcolo dell'Isee di titoli di stato (Buoni del tesoro annuali o poliennali) e altri prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato.
Se il Dpcm è stato firmato mancano ora le disposizioni attuative per l’effettiva esclusione da computo ISEE.
Si stima che il 28% degli Isee già elaborati in questi primi mesi dell’anno dal Caf Acli contiene titoli di Stato o prodotti di risparmio postale con garanzia pubblica. Si tratta di 1 pratica su 5 per Isee sotto i 15.000 euro mentre il rapporto sale al 40% per Isee oltre i 25.000 euro.
Btp Più, influenzano l’Isee 2025?
Va subito detto che l’ISEE 2025 fotografa redditi e patrimoni posseduti al 31 dicembre 2023 ed include tutti gli investimenti in BTp e risparmio postale fatti e posseduti in quell’anno.
Al momento dunque i Btp più non impattano sull’indicatore 2025. L’esclusione dovrebbe essere operativa in questo anno e potrà entrare in vigore solo una volta che il decreto attuativo verrà pubblicato in Gazzetta ufficiale.
Il testo è attualmente fermo all’ufficio legislativo per la correzione di un refuso, e poi si procederà alla pubblicazione visto che il testo lo scorso 10 febbraio o ha ottenuto il via libera della Corte dei conti.
Che cosa succederà dopo il decreto attuativo?
Coloro che hanno già provveduto in questi primi mesi ad aggiornare l’ISEE 2025, saranno richiamati appena entrerà in vigore il nuovo Dpcm.
Ma il nuovo ISEE 2025 richiesto sarà a pagamento? Va ricordato che dal 2023 sono entrate in vigore altre novità che rendono a pagamento l’ISEE per ogni ulteriore DSU presentata dopo la prima. Chi si affiderà ad un CAF dovrà pagare un importo tra i 15 e i 25 euro.
Mentre chi utilizza SPID o CIE per gestire tutto in autonomia l’Isee precompilato non avrà costi aggiuntivi.