CAPITOLO 8 - ANALISI TECNICA MULTIPLA
8.2.2 I principali oscillatori
Un esame analitico di tutti gli oscillatori codificati progressivamente dalla letteratura
sull'analisi tecnica richiederebbe esso soltanto un intero volume; questa considerazione,
unita al fatto che spesso i vari oscillatori forniscono indicazioni altamente correlate, ci
inducono a presentare in questo paragrafo alcuni gli oscillatori conosciuti e diffusi,
nonché quelli che tentano di analizzare aspetti diversi della serie storica delle
quotazioni.
Lo schema espositivo sarà articolato in tre sezioni: in primo luogo gli oscillatori
più importanti verranno formalizzati e ne sarà data una breve giustificazione
teorica. In secondo luogo sarà dedicato un paragrafo comune alle regole principali per
la loro interpretazione. Infine un terzo paragrafo comprenderà una serie di esempi
pratici di utilizzo degli oscillatori sul mercato azionario italiano, in combinazione con le
indicazioni aggiuntive provenienti dall'analisi candlestick.
M.A.C.D.
Iniziamo l'analisi dei principali oscillatori con l'esame di quelli di essi che traggono
origine da particolari elaborazioni di rapporti e differenze tra dati di mercato e medie
mobili oppure tra medie mobili di diverso dominio.
Il più noto sistema operativo basato sull'impiego di medie mobili si deve all'analista
nordamericano Gerald Appel
1, inventore del
Moving
Average Convergence Divergence Trading Method.
Tale sistema operativo à basato innanzitutto sulla determinazione della cosiddetta
Differential Line che consiste nella differenza, operata per ogni unità
temporale, tra due medie mobili esponenziali, l'una veloce e l'altra lenta. Viene tracciata
inoltre una seconda linea, che consiste in una perequazione della
differential line
ottenuta attraverso una media mobile esponenziale. Le formule risultano le seguenti
2:
Analoghe indicazioni all'oscillatore MACD vengono fornite da alcuni indicatori utilizzati dagli
analisti giapponesi e denominati
Disparity Index (fornisce la distanza del prezzo di
chiusura dalla corrispondente media mobile) e
Divergence Index (fornisce il risultato
del rapporto tra prezzo di chiusura e media mobile).
R.O.C. (Rate Of Change)
Si tratta del calcolo elementare di un tasso di variazione; la costruzione del R.O.C. si basa
dunque sul rapporto tra la chiusura più recente e la chiusura registrata
n giorni
prima. Se, ad esempio, si desidera costruire un R.O.C. a dieci giorni, il prezzo corrente va
diviso per il prezzo di dieci giorni fa; il successivo valore dell'indice sarà calcolato
dividendo il prezzo di domani con quello di nove giorni fa. Il risultato di questo procedimento
si concretizza in un indicatore che oscilla intorno ad un livello centrale di riferimento,
detto linea di equilibrio. In formula:
R.S.I.
L'indicatore
Relative Strength Index è stato proposto, insieme ad altre originali
elaborazioni, da J. Welles Wilder
3, che lo ha impostato come uno strumento volto a valutare
efficientemente l'intensità e la qualità dei movimenti di mercato: fasi
considerabili di relativa normalit� e momenti di perturbazione indotti dalla presenza di
eccessive pressioni della domanda (situazioni di
ipercomprato) e dell'offerta
(situazioni di
ipervenduto).
La situazione di ipercomprato costituisce l'effetto di incrementi nei prezzi di dimensione
superiore a quella determinata da una espansione giudicata storicamente equilibrata; in
situazioni di ipervenduto l'anomalia dimensionale si manifesta in concomitanza con decrementi
nei dati della serie osservata.
Veniamo alla formulazione matematica dell'indice di forza relativa; l'incremento registrato
tra i prezzi di due unità temporali consecutive viene identificato come in (1):
(1)
Il decremento, considerato in valore assoluto, registrato tra i prezzi di due unità
temporali consecutive viene identificato come in (2):
(2)
In generale, quindi:
(3)
Per ogni unità temporale è quindi sempre possibile associare:
Viene definita forza relativa (
Relative Strength) della serie osservata, il rapporto tra
la media aritmetica semplice di n variazioni elementari positive e la media aritmetica di n
variazioni elementari negative:
(4)
L'indice di forza relativa R.S.I. è infine il risultato del processo di normalizzazione
che ha lo scopo di ricomprendere i risultati in una banda di oscillazione definita tra 0 e 100:
(5)
OSCILLATORE STOCASTICO
Gli indici di seguito proposti sono noti come indicatore stocastico e sono stati elaborati e
collaudati da George Lane
4 sulla base dell'ipotesi,
verificata empiricamente, che il prezzo di chiusura tenda normalmente a posizionarsi intorno
ai livelli massimi (minimi) confermando in tal modo la forza della fase espansiva (recessiva)
in atto. Ne consegue che l'osservazione di escursioni caratterizzate da nuovi massimi (minimi)
e chiusure poste intorno ai minimi (massimi) indurrebbero ad ipotizzare un indebolimento del
trend rialzista (ribassista) corrente.
Questo indicatore, che oscilla tra 0 e 100, è costituito da due curve così
calcolate:
È possibile che sia utilizzata altresì una versione
slow dell'indicatore,
per ridurne l'eccessiva erraticità; in questo caso la
slow K line &egarev; la
D line dello stocastico versione
fast, mentre la
slow D line è una
media mobile della
fast D line.
O.B.V. (On Balance Volume)
Questo indicatore, ideato da J. Granville
5, si basa
sull'ipotesi che le mani forti (
smart money) entrino (fase di accumulazione) o escano
(fase di distribuzione) dal mercato in anticipo rispetto alla massa degli investitori. Il
sistema più semplice ed immediato per identificare queste fasi sin dalla loro formazione
è l'indicatore O.B.V., che consiste nel raffronto tra lo sviluppo del volume degli
scambi di un titolo col movimento dei prezzi dello stesso. Quando la linea che riporta
l'andamento del volume devia in modo evidente dalla direzione seguita da quella del prezzo,
significa che sul titolo è in corso un'attività non usuale; in circostanze
normali, infatti, le due linee hanno un andamento costantemente parallelo. Dunque non è
significativo il valore assoluto dell'O.B.V. ai fini di una corretta valutazione della corrente
situazione di mercato, bensì interessa comparare sistematicamente la tendenza della
spezzata dell'O.B.V. con quella delle quotazioni.
Il metodo più elementare per calcolare il valore dell'O.B.V. è il seguente:
Se il prezzo di chiusura di un giorno determinato è più elevato di quello del
giorno precedente, si attribuisce un segno positivo al volume degli scambi del giorno,
altrimenti un valore negativo. Il valore dell'O.B.V. si ottiene giorno per giorno dalla somma
algebrica dei volumi così calcolati.
1 Appel G.,
The Moving Average Convergence-Divergence Trading Method, Scientific Investment Systems (1985)
2 Le formule sono indicate utilizzando le ampiezze temporali suggerite dallo stesso inventore del MACD, G. Appel.
3 Wilder J.W. Jr.,
New Concepts in Technical Trading Systems, Trend Research, Greensboro (1978)
4 Lane G.C.
Lane's stochastics, Stocks & Commodities, May June (1984).
5 Granville J.,
Strategy of Daily Stock Market Timing, Prentice Hall Englewood Cliffs (1960).