CAPITOLO 5 - ANALISI TECNICA: I FONDATORI

5.2.5 Applicazioni reali della teoria di Elliott

     L'approccio sin qui tenuto nel presentare lo schema di Elliott è stato essenzialmente teorico; per una migliore comprensione verranno applicati ora, concretamente, i principi fondamentali della teoria all'andamento della borsa italiana rappresentata dall'evoluzione dell'indice Comit.

     Si diceva in precedenza che la teoria di Elliott non solo non differisce nella sostanza dalla teoria di Dow, ma si integra felicemente con quest'ultima, arricchendola di elementi atti ad agevolare la ricerca e la descrizione dei cicli di borsa; anche per l'andamento dell'indice Comit si verifica questa situazione.

     Infatti i due cicli primari individuati nell'ambito della teoria di Dow (il primo 1977-1983 ed il secondo 1983-1988) corrispondono alle prime quattro onde di un ciclo di Elliott. I due cicli primari nel periodo intercorrente tra Dicembre 1977 e Febbraio 1988 sono formati inoltre da cicli intermedi secondari, il che rispetta perfettamente le ipotesi di Elliott.

     A questo punto però si sarebbe dovuto assistere alla terza onda d'impulso (onda 5) corrispondente allo sviluppo del terzo ciclo primario (si veda la figura 5.18); ma dall'analisi dell'indice Comit nell'ambito della teoria di Dow sappiamo già che tale ciclo si è verificato in maniera impropria, cioè mancante della fase di espansione.

Onde di Elliott nell'andamento storico dell'indice Comit
Figura 5.18: Onde di Elliott nell'andamento storico dell'indice Comit.


Zig-Zag di lungo periodo sul Comit
Figura 5.19: Zig-Zag di lungo periodo sul Comit.


     Una conta particolarmente attenta delle onde di Elliott poteva spiegare agevolmente questo fenomeno, che per la teoria di Dow risultava quantomeno anomalo; infatti la flessione del secondo ciclo primario doveva essere interpretata non come un'onda 4 a se stante, bensì come la sotto-onda A dell'onda correttiva 4. Questa osservazione permette di spiegare il leggero rialzo accumulativo successivo come sotto-onda B e la flessione dal 1990 al 1992 come sotto-onda C di completamento della correzione.

     Solo a questo punto può ritenersi completata per Elliott la duplice sequenza impulso-correzione; questo movimento esteso dell'onda 4 può essere etichettato come un zig-zag da manuale di lungo periodo.

     Ricordiamo come erano state descritte in precedenza le caratteristiche tipiche dell'onda 4: trattasi solitamente di una correzione complessa e duratura, che provoca frequentemente falsi segnali tecnici; la ragione di questa importante correzione sta negli eccessi rialzisti dell'onda 3.

     I problemi derivano ora dall'interpretazione dei movimenti più recenti; all'onda 4 estesa precedentemente descritta deve seguire naturalmente l'onda d'impulso 5, che viene semplicemente identificata con il movimento rialzista del 1993-94. A questo punto il rialzo dovrebbe essere concluso e l'onda sviluppatasi successivamente non è altro che l'onda A di un'inversione di tendenza.

Indice Il Sole 24 ore. In questo caso l'onda 5 ha superato l'onda 3
Figura 5.20: Indice Il Sole 24 ore. In questo caso l'onda 5 ha superato l'onda 3.


     A questo punto l'unico dubbio che permane riguarda l'incapacità della presunta onda 5 di superare il precedente massimo storico stabilito all'apice dell'onda 3; questa perplessità può essere parzialmente risolta facendo nostra una considerazione dell'analista Francesco Caruso (strategista di Rcf Consulting) 1 che, esaminando l'evoluzione dell'indice Il Sole 24 Ore 2 (Figura 5.20), ha ravvisato un nuovo massimo compiuto dall'onda 5, al di sopra del top del 1986, rispettando in pieno una perfetta uguaglianza tra l'onda 3 e 5.

     Va ricordato peraltro che nella stessa teoria di Elliott è prevista la possibilità che l'onda 5 non riesca a superare il massimo dell'onda 3; questa configurazione è denominata top failure e si verifica quando il mercato è molto debole e non riesce dunque a recuperare tutta la discesa dell'onda 4. In particolare un failure può avvenire più facilmente quando l'onda ribassista precedente è stata particolarmente pesante; questo è appunto il caso della recente evoluzione dell'indice Comit, che ha evidenziato uno sviluppo esteso dell'onda 4 nella configurazione cosiddetta zig-zag.

     A questo punto dunque l'onda 5 dell'indice Comit, pur non avendo toccato nuovi massimi, viene considerata terminata; il movimento ribassista che la segue non è perciò da interpretare come una correzione, ma come un'inversione di tendenza vera e propria e precisamente l'inizio di una nuova fase "a".


1 Graziano S. , Elliott in lotta contro Elliott, " Borsa & Finanza " 14/1/1995.
2 Ricordiamo che l'indice Il Sole 24 Ore è un'indice chiuso, ovvero costruito su una rosa prestabilita di titoli che non varia nel tempo. In particolare esso risulta costruito su 28 titoli maggiori, rispetto all'indice Comit che risulta rappresentativo della totalità della borsa italiana; le differenze che si vengono a produrre tra questi due indici sono quindi in gran parte dovute all'incidenza derivante dal comportamento dei titoli minori. Nel caso in questione la maggiore crescita dell 'indice Il Sole 24 Ore viene quindi attribuita al migliore comportamento delle blue chips, da alcuni ascritto anche all'orientamento dei Gestori di Fondi Comuni d'investimento.