I dividendi creano più spazio per gli emittenti di certificati e così un Phoenix Memory Airbag Softcallable su titoli italiani arriva al 12% annuo di rendimento
È una corsa senza fine quella dell’indice nostrano: cominciata nel pessimismo più nero di ottobre 2022 tra inflazione alle stelle, banche centrali in affanno che rialzavano i tassi anche di 75 punti base per volta e guerre (già avviate e minacciate), quando nemmeno il più ottimista sembrava voler prendere posizione sul mercato azionario, prosegue ancora oggi praticamente senza pause, se non dettate da shock momentanei (il caso Credit Suisse su tutti) o brevi momenti di leggera correzione o lateralità. E così il FTSE Mib è arrivato in prossimità dei 34 mila punti, senza peraltro considerare i dividendi fin qui staccati, ben 2.000 punti nell’ultimo anno e mezzo; e se in epoca Covid la maggiore leva per gli strutturatori era rappresentata dalla volatilità e se più di recente abbiamo toccato con mano i benefici di avere tassi di interesse più elevati, negli ultimi mesi stiamo osservando cedole più ricche anche grazie ai maggiori dividendi staccati dalle “cash cow” del principale indice italiano.
Dividendi che peraltro non stanno penalizzando particolarmente (parliamo di medio periodo) le quotazioni azionarie dei singoli titoli: un management che remunera più generosamente gli azionisti ha solitamente tra le mani una società che performa e cresce organicamente nel modo corretto, attraendo le attenzioni del mercato che continuano a sostenerne i prezzi anche dopo gli stacchi. Ed ecco che inserendo in un paniere i giusti titoli (e magari “accelerando” i premi grazie all’opzione softcallable) è possibile ottenere strutture che siano da un lato protettive e resilienti e dall’altro comunque interessanti dal punto di vista del rendimento.
A tal proposito, questa settimana notiamo il Phoenix Memory Airbag Softcallable (ISIN: CH1327229220) emesso da EFG International e scritto su un basket worst of composto da Unicredit, Moncler, Banco BPM e Stellantis; Il prodotto paga un premio pari all’1% mensile (dotato di effetto memoria, con trigger premio posto al 50% dei rispettivi strike), corrispondente ad un rendimento annualizzato in condizioni di lateralità dei sottostanti pari al 12% circa, considerando anche il prezzo di acquisto attualmente leggermente al di sopra della parità (il certificato è quotato sul segmento Cert-X di Borsa Italiana). La durata massima del certificato è di quattro anni, con la possibilità, a partire dalla data di osservazione del 28 maggio 2024 e per le successive date a cadenza mensile, che l’emittente eserciti la facoltà di rimborso anticipato discrezionale (opzione callable). È questa una delle opzioni accessorie più apprezzate del momento, in grado di offrire agli investitori un rendimento aggiuntivo rispetto ai classici certificati autocallable, a patto di “cedere” tale maggiore spazio di libertà all’emittente.
Negli scenari ribassisti, la struttura è comunque dotata di effetto airbag, che consente di ridurre significativamente la performance negativa del prodotto nel caso in cui uno dei titoli scendesse al di sotto della barriera capitale (posta al 50% degli strike price), oltre a conferire al certificato una maggiore tenuta del prezzo durante la sua vita utile: nei certificati dotati di tale effetto la performance negativa verrà infatti calcolata a partire dalla barriera e non dallo strike, per una significativa riduzione delle perdite in caso di evento barriera. In particolare, ad un -70% del worst of Unicredit, corrisponderebbe una performance del certificato pari ad “appena” il -38%, senza considerare eventuali premi incassati nel frattempo.
Report a cura di Pierpaolo Scandurra
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