Bilanci solidi e margini di raffinazione elevati: da Vontobel un’idea per investire sui titoli legati alle società petrolifere
I prezzi del petrolio continuano a mantenersi su livelli sostenuti: nel medio periodo, l’area dei 70 dollari (parliamo in questo caso del WTI) ha infatti supportato la price action, che nei primi tre mesi del 2024 è tornata ad essere impostata al rialzo, complici le recenti tensioni geopolitiche in Medioriente. A livello fondamentale, la domanda di petrolio è ancora solida e sta per superare per la prima volta nella storia i 100 milioni di barili al giorno: anche in questo caso i paventati timori di recessione non si sono materializzati. Per quanto riguarda invece le società petrolifere, questi tre anni caratterizzati da margini di raffinazione particolarmente elevati hanno permesso non solo di abbattere il debito, rafforzando notevolmente gli stati patrimoniali indeboliti dal biennio pandemico, ma anche di avviare piani di buyback e di aumentare i dividendi.
Secondo gli analisti di Bloomberg. i corsi azionari di queste società potrebbero quindi non soffrire particolarmente anche scenari nei quali il Brent dovesse correggere oltre l’area dei $50, eventualità peraltro ancora non supportata da evidenze grafiche. A livello di portafoglio, peraltro, l’inserimento di un basket scritto sulle big del petrolio potrebbe essere letto come hedge in caso di eventi bellici, con il prezzo di Brent e WTI che tende a surriscaldarsi in questi casi. A tal proposito, è d’uopo ricordare che l’esposizione su titoli petroliferi è sensibilmente differente rispetto a quella offerta dai certificati scritti sulle singole materie prime (Generic Front Month Futures Contract del Brent e WTI): in quest’ultimo caso, oltre alla maggiore volatilità dei sottostanti, bisogna considerare la natura finanziaria degli stessi ed in particolare alle dinamiche tecniche proprie delle curve dei contratti futures, nello specifico contango e backwardation, difficilmente prevedibili nell'arco di vita del prodotto e di complessa valutazione.
Tra gli ultimi certificati scritti sul settore petrolifero troviamo un Cash Collect Memory (ISIN DE000VD45SQ8) emesso da Vontobel. Il certificato, scritto su un basket composto da Eni, TotalEnergies, Shell e Repsol, prevede il pagamento di premi condizionati (trigger premio posto al 60% dei rispettivi strike price) pari allo 0,82% mensile (9,84% p.a.), con durata pari a tre anni e la possibilità, a partire dalla data di osservazione del 30 ottobre 2024 e per le successive date a cadenza mensile, di rimborso anticipato del valore nominale, pari a 100 euro, qualora tutti i titoli rilevino al di sopra del 100% dei rispettivi strike price (il trigger autocallable è fisso). Qualora si giunga alla data di osservazione finale del 29 aprile 2027 senza che il certificato sia stato richiamato, il prodotto rimborserà il proprio valore nominale, oltre ad un ultimo premio pari allo 0,82%, qualora Eni, titolo peggiore che attualmente compone il paniere (al 95,1% dello strike price) non perda un ulteriore -37% circa dalla quotazione corrente. Al di sotto del livello barriera il valore di rimborso del certificato verrà invece diminuito della performance negativa del titolo worst of, che verrà calcolata partire dallo strike price.
Il certificato è quotato sul Sedex ad un prezzo lettera vicino alla parità, con un rendimento ottenibile dall’investitore pari al 10,3% circa su base annua, in caso di mantenimento della barriera a scadenza.
Report a cura di Pierpaolo Scandurra
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