La rinascita del Monte

Pierpaolo Scandurra Pierpaolo Scandurra - 26/06/2024 10:05

Dopo anni di crisi profonda, Banca MPS è tornata d’interesse per il mercato, guadagnandosi un posto come sottostante dei certificati di investimento.

La storia di Banca Monte dei Paschi parte da molto lontano, da quando nel 1472 fu fondato a Siena un Monte di Pietà e successivamente (nel 1624) un secondo monte, specializzato nel credito agrario, garantito dai pascoli (i «Paschi», appunto) della Maremma. Oltre 500 anni di storia che di recente hanno rischiato di essere cancellati con un colpo di spugna (e molto probabilmente lo sarebbero stati senza l’intervento di messa in sicurezza da parte dello Stato), tra scandali, buchi di bilancio e vicende oscure non del tutto chiarite; a farne le spese sono stati soprattutto i piccoli azionisti, diluiti dai ripetuti aumenti di capitale, e gli obbligazionisti subordinati, convertiti forzosamente. Sotto la guida di Luigi Lovaglio la banca sta però tentando di riguadagnare la fiducia del mercato, fortemente intaccata dagli anni della profonda crisi, presentando trimestre dopo trimestre conti all’altezza ed un attivo finalmente ripulito.

Solo nel primo trimestre di quest’anno MPS ha contabilizzato ricavi superiori al miliardo di euro (+15,2% y/y) ed un utile di 333 milioni di euro (+41% y/y), complice la crescita del margine di intermediazione primario sia nella componente del margine di interesse che delle commissioni nette. Risultati che sarebbero stati impossibili da raggiungere senza la crescita dei tassi e senza una situazione patrimoniale tornata soddisfacente, con il CET 1 Ratio al 18,2%. Pur con fatica e (comprensibile) diffidenza, il titolo sta guadagnando spazio anche come sottostante dei certificati investment, grazie alle significative leve di strutturazione offerte dal dividend yield prossimo al 10% annuo e da una volatilità implicita (attualmente al 45%) costantemente superiore rispetto a quella di altri titoli bancari “classici” come Unicredit, Intesa Sanpaolo ed anche Banco BPM.

Investire su Banca MPS tramite certificati di investimento, magari con una buona dose di protezione e con la presenza dell’effetto airbag, potrebbe quindi essere un’idea da considerare. Tra i prodotti che rispettano queste prerogative troviamo il Phoenix Memory Airbag Step Down (ISIN: XS2777277653) emesso da Barclays: il certificato è scritto su un basket composto appunto da Banca MPS, Banco BPM, BPER Banca ed Unicredit. Come già accennato, al fine di contenere il drawdown nel caso di eventuali ribassi dei sottostanti, il prodotto è dotato di effetto airbag, che consente di ridurre significativamente la performance negativa del prodotto nel caso in cui uno dei titoli scenda al di sotto della barriera capitale, conferendo al certificato una maggiore tenuta del prezzo durante la sua vita. Nei certificati dotati di tale effetto la performance negativa verrà infatti calcolata a partire dalla barriera (posta al 50% dei rispettivi prezzi di riferimento iniziali), per una significativa riduzione delle perdite in caso di evento barriera.

Il prodotto prevede il pagamento di premi condizionati (trigger premio posto al 50% dei valori iniziali), pari all’1,05% a cadenza mensile fino alla scadenza del 5 giugno 2028 (durata massima dello strumento pari a quattro anni); alle stesse date di osservazione mensili, a partire dal 27 novembre 2024, il prodotto potrà inoltre essere rimborsato anticipatamente, qualora tutti i titoli rilevino almeno in corrispondenza del 100% dei valori iniziali (il trigger autocallable decresce dell’1% ogni mese). A scadenza, se il worst of rileverà al di sotto della propria barriera, il rimborso del valore nominale verrà diminuito della sua performance negativa, che verrà calcolata a partire dalla barriera e non dal valore iniziale: ad un -50% del worst of Banca MPS corrisponde ad esempio una performance del -2,7%, senza considerare l’incasso di eventuali premi.

Il prodotto è attualmente esposto sul segmento Sedex di Borsa Italiana ad un prezzo lettera pari a circa 99,8 euro, per un rendimento potenziale a scadenza pari al 12,7% annualizzato circa.

 

Report a cura di Pierpaolo Scandurra
www.certificatiederivati.it

 

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