La giusta protezione per il nuovo anno

Pierpaolo Scandurra Pierpaolo Scandurra - 21/12/2023 14:39

Il 2023 va in archivio con i mercati azionari sui massimi storici. Nonostante il ribasso dei tassi, l’airbag di Barclays supera ancora la doppia cifra di rendimento.

È ormai arrivato il tempo dei bilanci per questo 2023: la tanto temuta recessione con conseguente crollo dei mercati azionari non è in realtà mai arrivata, anzi l’annata si è rivelata eccezionale sia per gli indici europei che per quelli oltreoceano. Se il nostro FTSE Mib è in rialzo di oltre il 27% da inizio anno, trainato in particolar modo dal comparto bancario, meglio ancora ha fatto il Nasdaq, che è volato di oltre il 40% sulle ali delle nuove prospettive economiche legate all’intelligenza artificiale e (soprattutto di recente) grazie ad una Federal Reserve decisamente più accomodante. E proprio i tassi di interesse hanno rappresentato un driver fondamentale nella strutturazione e nel pricing dei certificati di investimento, che hanno saputo esprimere rendimento anche in un anno nel quale la volatilità è sostanzialmente uscita di scena (se non in sporadici momenti, caso Credit Suisse su tutti). Staremo dunque a vedere come queste due variabili si rimescoleranno nel 2024, considerando che stiamo andando irrimediabilmente incontro a politiche monetarie decisamente meno stringenti.

Se la scorsa settimana avevamo presentato un certificato airbag in grado di rendere oltre il 14% all’anno, in questo appuntamento introduciamo una struttura ancora più difensiva in termini di posizionamento delle barriere, rimanendo però su uno yield annuo superiore alla doppia cifra percentuale. A garantire quel boost sulla cedola è in questo caso l’opzione callable, che conferisce all’emittente la facoltà di richiamare il certificato a sua discrezione; tornando per un momento al discorso tassi, sarà particolarmente interessante osservare come si comporteranno gli emittenti con i certificati callable emessi nel 2023, in considerazione del costo del denaro in costante discesa da ormai un paio di mesi.

Il prodotto in questione è il Phoenix Memory Airbag Callable (ISIN: XS2648311640) emesso da Barclays e scritto su un basket composto da Banco BPM, Unicredit, Stellantis ed Enel. Il certificato prevede il pagamento di premi condizionati con effetto memoria (trigger premio posto al 50% degli strike price), pari al 2,73% a cadenza trimestrale fino alla scadenza dell’8 novembre 2028, per un premio annuo complessivo pari al 10,92%. Inoltre, a partire dal 30 luglio 2024 e alle successive date, l’emittente potrà richiamare a sua discrezione il certificato, rimborsando il valore nominale, pari a 100 euro, oltre ad un’ultima cedola del 2,73%. Al fine di contenere il drawdown nel caso di eventuali ribassi dei sottostanti, il prodotto è dotato di effetto airbag, che consente di ridurre significativamente la performance negativa del prodotto nel caso in cui uno dei titoli scendesse al di sotto della barriera capitale, conferendo al certificato una maggiore tenuta del prezzo durante la sua vita: nei certificati dotati di tale effetto la performance negativa verrà infatti calcolata a partire dalla barriera e non dallo strike, per una significativa riduzione delle perdite in caso di evento barriera.

Qualora invece si giunga alla data di osservazione finale del 30 ottobre 2028 senza che il certificato sia stato richiamato dall’emittente, il prodotto rimborserà il proprio valore nominale, oltre ad un ultimo premio, qualora Banco BPM, titolo peggiore che attualmente compone il paniere (al 100,13% dello strike price) non perda oltre il -50% circa dalla quotazione corrente. Al di sotto del livello barriera, il valore di rimborso del certificato verrà invece diminuito della performance negativa del titolo worst of, che verrà calcolata a partire dal livello barriera: nel caso di un -70% dalle quotazioni di Banco BPM, il rendimento del certificato sarebbe pari ad appena il -39,82%, senza considerare le eventuali cedole incassate. Il certificato è quotato sul Cert-X ad un prezzo lettera di poco inferiore alla parità, con un rendimento ottenibile dall’investitore pari all’11,2% annualizzato, in caso di mantenimento della barriera a scadenza.

Report a cura di Pierpaolo Scandurra
www.certificatiederivati.it

 

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