Vontobel presenta un nuovo certificato boost dal 19,2% in un anno, con l’effetto airbag a sostenere il prezzo in caso di mancato autocall.
Se i mercati non hanno mostrato finora particolari segnali di cedimento (e di solito le discese repentine non arrivano previo annuncio), l’appetito al rischio mostrato dagli investitori in certificati si conferma elevato. La cedola superiore all’1% mensile rimane un “must have”, così come la possibilità di uscire dall’investimento in tempi brevi, grazie alle finestre autocall poste già alle primissime date di rilevazione. Abbiamo peraltro notato in un appuntamento precedente che queste due caratteristiche vanno spesso di pari passo: una maggiore probabilità di rimborso anticipato rende meno probabile che l’intero flusso cedolare debba essere pagato fino a scadenza, consentendo così all’emittente di incrementare l’ammontare periodico promesso. Ma agli investitori una cedola uniformemente elevata (magari superiore all’1,5% mensile) non basta più: il mercato ha così lanciato i prodotti “boost”, che prevedono premi inizialmente maggiorati (anche soltanto per i primi due mesi) e successivamente più bassi fino a scadenza. In questo caso, il rischio (evidente) risiede nel fatto che, in caso di mancato autocall immediato, ci si ritroverebbe in portafoglio un prodotto a quel punto decisamente non attrattivo e nella maggior parte dei casi sprovvisto di alcuna opzione accessoria aggiuntiva che ne sosterrebbe il prezzo: un vero e proprio “death man walking” in portafoglio.
Il certificato che analizzeremo oggi, se da un lato tende ad estremizzare la ricerca di rendimento immediato, dall’altro aggiunge però anche una componente difensiva alla propria struttura, ossia l’effetto airbag. È nato così un prodotto che riconosce all’investitore l’intero flusso cedolare nel suo primo anno di vita: parliamo in questo caso dell’1,6% mensile, equivalente al 19,2% in un anno, con la speranza, esattamente come accade per i prodotti “boost”, di attivare l’autocall entro questo periodo temporale. In caso di scenario avverso (ossia di mancato autocall), il flusso cedolare sarebbe poi sostanzialmente nullo per il successivo anno di vita e fino alla scadenza di luglio 2026: a questo punto però, a differenza degli altri boost, entrerebbe in gioco l’effetto airbag il quale, insieme alla scadenza ormai prossima del certificato, manterrebbe sostenute le quotazioni del prodotto, permettendo così l’eventuale disinvestimento a prezzi non particolarmente penalizzanti per l’investitore.
Arriviamo ora alle caratteristiche specifiche del certificato, il Cash Collect Memory Airbag (ISIN: DE000VD986N4) emesso da Vontobel e scritto su un basket composto da STMicroelectronics, Leonardo. Banco BPM e Banca MPS. Come già accennato, il prodotto paga premi condizionati (trigger premio posto al 60% dei rispettivi strike price) dotati di effetto memoria pari all’1,6% mensile (19,2% p.a.) per il primo anno e successivamente pari allo 0,01% mensile. La durata è pari ad appena due anni con la possibilità, già a partire dalla prima data di osservazione del 20 agosto 2024 e per le successive date a cadenza mensile, di rimborso anticipato del valore nominale, pari a 100 euro, qualora tutti i titoli rilevino al di sopra del 100% dei rispettivi strike price (il trigger autocallable decresce poi dell’1% ogni mese). Arrivando al posizionamento della barriera, la troviamo al 50% dei livelli iniziali ed è pertanto in grado di difendere il capitale da ribassi che possano estendersi fino al 50% dai livelli di fixing all’emissione; diversamente, il livello di low strike è posto al 60% e ciò implica che qualora alla scadenza il sottostante sia a un valore inferiore alla barriera, il valore di rimborso verrà calcolato a partire dal 60% degli strike: attualmente, nel caso di un -50% dalle quotazioni di Intesa Sanpaolo, il rendimento del certificato sarebbe pari al -19,29%, senza considerare le eventuali cedole incassate (se si riuscissero a incassare le prime 12 cedole il saldo sarebbe a pareggio). Il certificato è quotato sul Sedex ad un prezzo lettera prossimo alla parità, con un rendimento ottenibile dall’investitore pari al 9,4% annualizzato circa, in caso di mantenimento della barriera a scadenza.
Report a cura di Pierpaolo Scandurra
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