Un certificato bancario anti-recessione

Pierpaolo Scandurra Pierpaolo Scandurra - 15/12/2022 09:38

Un Cash Collect Memory di BNP Paribas che offre un rendimento pari al 9,6% annualizzato, fino al -60% di Intesa Sanpaolo e Unicredit
 

Per chi ha seguito la storia recente delle banche italiane (parliamo del periodo post 2008, attraversando tutti gli anni Dieci del nuovo secolo) investire nel medio/lungo periodo in società come Unicredit ed Intesa Sanpaolo potrebbe non risultare una impresa facile. Tuttavia, i tempi (e le condizioni economiche) sono profondamente cambiati, con il rialzo dei tassi di mercato che sta aiutando non poco gli istituti bancari, sostenendone fortemente i margini, almeno fin quando non verranno ulteriormente rivisti al rialzo anche i tassi di finanziamento da parte della BCE (il tasso sui depositi overnight è stato già inasprito dal -0,5% all’1,5% attuale). Un secondo ed ulteriore elemento che sosterrà nel futuro le banche italiane è la loro buona patrimonializzazione, con il CET 1 ratio medio che si attesta intorno al 12,3% (Intesa al 12,7%, Unicredit addirittura al 15,4%), frutto della politica di de-risking portata avanti negli ultimi anni, spinta soprattutto dal regolatore europeo. La cura dimagrante (a base di aumenti di capitale e cessioni a prezzi modici di svariati portafogli di NPL) ha impattato pesantemente sui corsi di borsa durante l’ultimo decennio, ma ha reso le banche più solide ed appetibili nel presente.

Insomma, i fondamentali del comparto bancario italiano appaiono più solidi rispetto al passato, rendendolo più resiliente anche in vista della (ormai probabile) recessione in arrivo nel 2023, quando plausibilmente i rubinetti del credito verranno stretti maggiormente in ragione dell’inasprimento degli standard sulla concessione dei prestiti. Ad ogni modo, nella proposta in certificati che andremo di seguito ad analizzare, non è necessario un ulteriore rialzo dai prezzi attuali da parte dei titoli bancari per ottenere un rendimento, ma “basta” una situazione di tipo laterale o ribassista fino ad addirittura il -60% circa dei titoli presenti nel basket.

Il prodotto di cui parliamo è il Cash Collect Memory (ISIN: NLBNPIT1JU31) emesso da BNP Paribas, con basket composto da Unicredit ed Intesa Sanpaolo e barriera capitale fissata al 40% dei prezzi di riferimento iniziali (la barriera su Intesa Sanpaolo è posta a 0,8746 euro, quotazione toccata dalla banca soltanto nel 2013, mentre il knock-out su Unicredit è fissato a 5,148 euro, mai raggiunto dall’azione). Il certificato prevede il pagamento di premi condizionati (trigger posto al 40% dei rispettivi strike price) pari allo 0,8% mensile (9,6% p.a.), con durata residua pari a poco meno di tre anni e la possibilità, a partire dalla data di osservazione del 15 maggio 2023 e per le successive date a cadenza mensile, di rimborso anticipato del valore nominale, pari a 100 euro, qualora tutti i titoli rilevino al di sopra del 100% dei rispettivi strike price (il trigger autocallable è fisso).

Qualora si giunga alla data di osservazione finale del 14 novembre 2025 senza che il certificato sia stato richiamato, il prodotto rimborserà il proprio valore nominale, oltre ad un ultimo premio pari al 0,8%, qualora Intesa Sanpaolo, titolo peggiore che attualmente compone il paniere (al 96,41% dello strike price) non perda un ulteriore -59% circa dalla quotazione corrente. Al di sotto del livello barriera il valore di rimborso del certificato verrà invece diminuito della performance negativa del titolo worst of, che verrà calcolata partire dallo strike price.

Il certificato è quotato ad un prezzo lettera vicino alla parità, con un rendimento complessivo ottenibile dall’investitore pari al 28,4% in circa tre anni (9,6% circa su base annua), in caso di mantenimento della barriera a scadenza.

 

A cura di Pierpaolo Scandurra
www.certificatiederivati.it

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