STM, rivoluzione AI in vista?

Pierpaolo Scandurra Pierpaolo Scandurra - 26/02/2025 11:51

È bastato un annuncio in tema AI per far volare il titolo: un certificato con airbag su STM e altre blue chip italiane che rende il 10% annuo.

Sono bastate due sole lettere per far rialzare la testa ad un titolo che sembrava essere stato dimenticato dal mercato; le due lettere sono ovviamente AI, che da sole sono state, negli ultimi due anni, condizione sufficiente e qualche volta necessaria per rendere un qualsiasi titolo appetibile agli occhi del mercato. Stiamo parlando di STM, il produttore italofrancese di semiconduttori per il mercato automotive, reduce da almeno tre trimestrali disastrose che, complice un inesorabile calo della domanda da parte dei suoi principali clienti, avevano finito per deprimerne i corsi azionari, con multipli di mercato particolarmente contenuti rispetto ai principali player del settore. All’improvviso, però, la svolta: “La domanda di AI sta accelerando l'adozione di tecnologie di comunicazione ad alta velocità all'interno dell'ecosistema dei data center”, ha dichiarato Remi El-Ouazzane, presidente della divisione Microcontrollers, Digital ICs and RF products di STM, annunciando lo sviluppo di “una nuova tecnologia di fotonica al silicio a basso consumo energetico” in collaborazione con AWS, la controllata di Amazon attiva nel business del cloud computing. Tanto è bastato per far guadagnare al titolo quasi il 14% in appena due sedute di borsa.

Proprio a STMicroelectronics è legato il certificato che è finito sotto la lente oggi, il Phoenix Memory Airbag Step Down (ISIN: IT0006766635) emesso da Marex e scritto su un basket composto appunto da STM, Stellantis, Banco BPM ed Unicredit. La struttura prevede il pagamento di premi condizionati (trigger premio posto al 50% degli strike price, soglia pari anche alla barriera capitale), pari allo 0,825% (9,9% p.a.) a cadenza mensile fino alla scadenza del 12 dicembre 2029 (durata massima dello strumento pari a poco meno di cinque anni). Al fine di contenere il drawdown nel caso di eventuali ribassi dei sottostanti, il prodotto è dotato di effetto airbag, che consente di ridurre significativamente la performance negativa del prodotto nel caso in cui uno dei titoli scendesse al di sotto della barriera capitale, conferendo al certificato una maggiore tenuta del prezzo durante la sua vita: nei certificati dotati di tale effetto la performance negativa verrà infatti calcolata a partire dalla barriera e non dallo strike, per una significativa riduzione delle perdite in caso di evento barriera.

Andando poi ad osservare le performance dei titoli da strike, notiamo come i due sottostanti bancari siano ormai “scappati” dai livelli di fixing iniziale, con Unicredit a +34% circa dai 37,50 euro iniziali e Banco BPM a +31% circa dai 7,266 euro. Meno positiva invece la performance di Stellantis (+6%), sulla quale lo strike cade tuttavia proprio sui minimi di periodo (11,934 euro), con barriera addirittura sotto i 6 euro. Il worst of rimane tuttora STM, che è riuscita a recuperare e superare del 5% lo strike (24,42 euro), con barriera posta a 12,21 euro (-52% dai valori attuali).

Il prodotto è attualmente esposto sul segmento Cert-X di Borsa Italiana ad un prezzo lettera pari a 980 euro circa, per un rendimento potenziale a scadenza pari al 10,4% annualizzato circa ed una performance negativa ammortizzata grazie all’effetto airbag in caso di evento barriera (ad un -70% del worst of STM corrisponde un -36% circa, senza considerare gli eventuali premi incassati).

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