Un’opportunità di recupero per coloro che hanno minusvalenze in scadenza quest’anno arriva dal nuovo Phoenix Maxi Coupon di Unicredit.
A causa dei ribassi violenti del mercato a cavallo tra febbraio e marzo, molti investitori si sono trovati nella condizione di dover liquidare posizioni in perdita generando minusvalenze, che rimarranno nello zainetto fiscale fino alla scadenza del 2024. Data l’incertezza che pesa sul futuro dei mercati finanziari, diventa però complicato anche il recupero delle minusvalenze che scadranno quest’anno, sebbene siano rimasti ancora poco più di 7 mesi alla data ultima del 31 dicembre 2020.
Già da qualche settimana sul mercato dei certificati hanno iniziato a fare la loro comparsa quelle emissioni caratterizzate da ricchi premi iniziali, finalizzati proprio al recupero più rapido e agevole delle minusvalenze. Tra i più interessanti di questo 2020, si segnala una recente proposta di Unicredit , denominata Phoenix Maxi Coupon e identificata da codice Isin DE000HV4EP33. Il certificato, cosi come si può intuire dal nome commerciale, si presenta con un più che abbondante coupon di benvenuto, che verrà pagato a metà giugno, che precede un flusso cedolare trimestrale più contenuto.
Più in particolare, il certificato emesso a 1000 euro ma già in quotazione sotto la pari, pagherà il 15 giugno un coupon di 150 euro, pari al 15% del nominale, senza alcuna condizione. Un vero e proprio omaggio di benvenuto che la struttura riconosce agli investitori, prima di una serie di successivi coupon trimestrali del 3,55% l’uno ( 14,20% p.a.) , questa volta condizionati alla tenuta di un livello barriera da parte dei titoli sottostanti. Questi, inclusi in un basket dove comanderà semre e comunque il titolo più debole, sono i titoli azionari della FCA, STMicroelectronics, Eni, Banco BPM e Telecom Italia, tra i principali titoli acquistati dagli investtori italiani.
Chiarito il ruolo del maxi premio iniziale, con il quale si potrà pertanto compensare la minusvalenza latente nello zainetto, e dei premi successivi pagati a condizione che il più debole tra i titoli rilevi un prezzo non inferiore al 55% dello strike iniziale ( è quindi tollerata anche una discesa corposa del 45%), vediamo un’altra caratteristica peculiare di questa emissione di Unicredit. A partire da novembre, e successivamente con cadenza trimestrale, a fronte della rilevazione non inferiore al 90% dello strike iniziale da parte dei 5 titoli, si riceverà in automatico il rimborso del capitale , in anticipo sulla scadenza naturale di maggio 2025. Pertanto, già a partire da novembre 2020, anche in caso di ribasso del 10% da parte di uno o più titoli del paniere, si potrà incassare il capitale nominale maggiorato di un premio del 3,55%, a cui si aggiungono i precedenti coupon già ricevuti, per un rendimento totale del 23% circa.
Se non si verificheranno mai le condizioni richieste per l’esercizio anticipato, alla scadenza naturale di maggio 2025 il capitale nominale verrà interamente rimborsato anche a fronte di discese significative da parte dei titoli del basket. Per non avere diritto al rimborso dei 1000 euro , infatti, sarà necessario che uno dei titoli perda oltre il 45% dai valori correnti, ovvero che scivoli a prezzi mai toccati nella storia. Solo nel caso in cui si verifichi l’evento più negativo, per ogni 1000 euro investiti se ne riceveranno una porzione, dipendente dall’andamento del peggiore tra i titoli del basket. Ipotizzando un dimezzamento a scadenza del titolo Telecom, il rimborso a scadenza prevista il 22/5/2025, sarà di 500 euro su 1000 investiti.
Passiamo a un’analisi più dettagliata dei titoli componenti il basket:
FCA, che si classifica come titolo attualmente più debole del basket, ha uno strike price fissato a 7,6 euro e la barriera del capitale, così come il trigger cedolare, posta a 4,18 euro. Il titolo automobilistico, durante la profonda discesa di marzo, ha toccato un prezzo minimo di 5,51 euro, ben al di sopra del livello da monitorare nelle date di rilevamento del certificato.
STMicroelectronics, una delle azioni del nostro listino in linea con la definizione di growth, ha un prezzo strike fissato a 23,20 euro e una barriera a 12,76 euro.
Il ribasso ha coinvolto meno di tutti il settore tecnologico a cui appartiene tale titolo che è andato a toccare il minimo di 13,70 euro, nettamente al di sopra della barriera.
Eni invece, essendo un titolo energetico, ha visto una profonda flessione nei prezzi, provocata dalla forte discesa del petrolio a cui abbiamo assistito.
Il timing di emissione del prodotto ha consentito di fissare uno strike price a 8,55 euro e una barriera a 4,70, un livello di prezzo che, dati i fondamentali del titolo, difficilmente sarà rivisto nel futuro.
Banco BPM presenta una situazione comune a tutto il segmento bancario europeo. In Europa, i titoli che fanno parte di questo settore non hanno seguito il recupero dei principali listini rimanendo su livelli di prezzo minimi di lungo periodo. Pertanto, lo strike price del titolo fissato a 1,09 e la barriera posta a 0,60 euro, rendono appettibile un investimento stile buy&hold su questa azione sfruttando i lati difensivi del certificato che protegge anche a fronte di ulteriori discese.
Infine, il titolo più performante del basket è Telecom Italia con prezzo strike fissato a 0,34 euro e con barriera a 0,18 euro.
Un livello barriera così profondo risulta molto difensivo in ottica di lungo termine in quanto è un livello di prezzo che non è stato ancora mai raggiunto nemmeno nei momenti peggiori di vita dell’azienda.
A fronte di queste considerazioni, l’acquisto oggi al prezzo lettera di 997,50 euro consente, a parità di condizioni, di ottenere un rendimento a scadenza del 78,54% sul capitale investito, annualizzato del 16,6%.
Dai prezzi dei sottostanti odierni, il prodotto è in grado di difendere il capitale investito anche a fronte di marcate discese di -30%.
Articolo a cura di Pierpaolo Scandurra
Fonte: certificatiederivati.it
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