Quanto può valere la ripresa?

Pierpaolo Scandurra Pierpaolo Scandurra - 12/01/2021 17:50

Un settore è già in piena espansione e i progressi di Nio ne sono la prova. L’altro è destinato a riprendersi e il mix porta in dote una cedola mensile del 3,23%.

Sono passati poco meno di 11 mesi da quando il mondo ha scoperto di essere vulnerabile a una crisi pandemica come quella scatenata dal Covid-19 e ha preso coscienza dei risvolti che questa avrebbe potuto avere sulle economie a larga scala. Undici mesi durante i quali è successo di tutto, ben oltre la fervida immaginazione che ha portato Nassim Taleb a descrivere il suo concetto di “cigno nero”. Eppure, a distanza di 11 mesi siamo qui a contare gli zeri dei rialzi percentuali di titoli come Tesla, Nio, Zoom Video, Moderna, solo per citare i principali e a contabilizzare i progressi di quelle aziende definite disruptive, che sono riuscite a chiudere l’anno con un bilancio positivo. La pandemia va analizzata infatti con una chiave di lettura diversa rispetto a quanto pensato nei primi mesi. I trend dell’innovazione tecnologica, specialmente per quanto riguarda la digitalizzazione di molti servizi il cui uso è diventato quotidiano, e del sostenibile, sono immediatamente diventati i protagonisti della scena guidati da titoli le cui performance hanno attirato l’attenzione degli investitori che cercano degli acquisti promettenti per il lungo termine. Anche se strutturalmente la volatilità degli indici è compressa da più di un mese rispetto alla volatilità implicita e i più comuni indicatori di rischio danno segnali di una possibile pausa, la ripresa economica è stata e continua ad essere più veloce di quanto previsto, sostenuta anche dalle eccezionali iniezioni di liquidità delle Banche centrali.
 

In questo contesto di potenziale futura ripresa per alcuni dei settori più penalizzati si colloca una delle ultime emissioni di certificati che, alterando il profilo di rischio rendimento grazie alla struttura opzionale da cui sono caratterizzati, possono risultare efficienti per una gestione prudente del proprio capitale senza rinunciare ad un buon ritorno sull’investimento.
 

Prendendo come esempio il certificato emesso dalla svizzera Vontobel, denominato Cash Collect Memory, avente codice ISIN DE000VQ2T2U7, si nota come si abbia la possibilità di investire tatticamente su sottostanti che presentano elevate potenzialità di rialzo. Il basket su cui investe implicitamente il certificato è composto dai titoli Air France-KLM, Carnival e Nio: i primi due sottostanti sono player del mercato del turismo pesantemente affossati dalla pandemia ma, data l’uscita del vaccino, potrebbero avere, successivamente alla riapertura delle frontiere, un upside elevato. Nio invece è uno dei titoli più caldi del momento, considerata la radicale inversione di tendenza dai veicoli a combustibili fossili a quelli elettrici e la spropositata domanda del mercato cinese che spiana la strada a questa azienda per diventare uno dei leader di questo segmento.
 

La struttura del prodotto, grazie all’elevata volatilità implicita delle opzioni sui sottostanti, riesce a pagare un generoso flusso di coupon mensili con effetto memoria del 3,23% nel caso in cui nelle date di rilevamento previste il titolo meno performante dei tre sarà al di sopra del 70% dei prezzi strike fissati all’emissione. Inoltre, da giugno 2021, nel caso in cui tutti i titoli saranno al di sopra dei prezzi iniziali, l’emittente rimborserà il valore nominale di 100 euro grazie alla possibilità di autocall presente nel certificato. La barriera del capitale è posta al 60% pertanto a scadenza qualora il sottostante peggiore sarà al di sopra di tale livello rispetto al suo strike price si otterrà il rimborso del nominale, proteggendo il capitale anche a fronte di discese del 40% dai prezzi iniziali. Nel caso di discese più marcate, il valore del certificato replicherà linearmente la performance negativa del titolo meno performante dal suo prezzo strike. Il prezzo lettera odierno di 105 euro consente all’investitore di ottenere un rendimento totale sul prezzo di acquisto del 69%, o 36% annualizzato.

Articolo a cura di Pierpaolo Scandurra
Fonte: certificatiederivati.it

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