Quando i dati macro non sono piu' affidabili

Paolo Belvederesi Paolo Belvederesi - 22/08/2024 07:29

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Quando anche i dati macro non sono più affidabili

 

Dopo quasi 30 anni di servizio non mi stupisco più di nulla. Ne ho viste di ogni, dalla manipolazione dell’Euribor e del VIX, al caso Madoff fino a comprendere tassi negativi e prezzi del petrolio espressi in termini negativi.

Nel corso degli ultimi 12 mesi ho imparato anche un’altra cosa: i dati macro, quelli che ognuno di noi segue attentamente, quelli che a volte fanno battere il cuore velocemente perché’ si sa che muoveranno il mercato, quelli che vengono pubblicati con un conto alla rovescia per tenere in trepidazione gli operatori ed assicurarsi che tutti li ricevano tutti allo stesso momento… proprio quei dati lì… non sono affidabili.

Ieri ne abbiamo avuto la dimostrazione tangibile. 

Sappiamo quanto siano importanti i dati sul mercato del lavoro in questo contesto. La curva di Philips ce lo insegna. Un rafforzamento del mercato del lavoro porta a stimare un’inflazione futura più elevata e viceversa. Nei mesi scorsi abbiamo seguito il dato sul NFP in modo capillare, analizzandolo in modo relativo e assoluto e basando su questo le nostre attese sulle future mosse della FED. Abbiamo basato su questo tutte le nostre decisioni di investimento e di asset allocation.

 

Ieri abbiamo scoperto di essere stati dei meri illusi. Questo per due motivi.

Il primo motivo è di tipo tecnico. Nella seduta di ieri è stato pubblicato il dato "Payroll Benchmark NSA Prelim". Trattasi di una revisione preliminare dei dati sull'occupazione negli Stati Uniti, nota come "benchmarking." Questo processo viene utilizzato per allineare i dati raccolti tramite sondaggi mensili sul lavoro (come il rapporto mensile sui Non-Farm Payrolls) con dati più completi e accurati che provengono dalle dichiarazioni dei datori di lavoro ai fini fiscali, tipicamente l'Unemployment Insurance (UI).

Cosa Significa "Payroll Benchmark NSA Prelim"?

 

    Payroll: Si riferisce ai dati sui salariati, ovvero il numero di lavoratori impiegati, esclusi i lavoratori agricoli, i dipendenti domestici e gli impiegati di organizzazioni non profit.

    Benchmark: Si tratta di una revisione annuale che viene eseguita per correggere i dati inizialmente stimati nei rapporti mensili, basandosi su fonti di dati più affidabili.

    NSA (Not Seasonally Adjusted): Significa che i dati non sono stati destagionalizzati, quindi riflettono i numeri grezzi senza correzioni per le variazioni stagionali.

    Prelim (Preliminary): Indica che il dato è una stima preliminare e potrebbe essere soggetto a ulteriori revisioni.

 

Come Va Letto?

 

Il dato di "Payroll Benchmark NSA Prelim" offre un primo sguardo su quanto potrebbero essere rivisti i dati sull'occupazione. Viene pubblicato generalmente in anticipo rispetto alla revisione definitiva, che avviene solitamente all'inizio dell'anno successivo.

 

    Se il dato è superiore a quello riportato nei mesi precedenti: Questo può indicare che l'economia ha creato più posti di lavoro di quanto inizialmente stimato.

    Se il dato è inferiore: Potrebbe significare che la crescita dell'occupazione è stata sovrastimata nei rapporti mensili.

 

Ebbene, dopo questa esaustiva descrizione del dato di ieri, vediamo il numero che è uscito. La revisione è stata di -818.000, un numero elevatissimo. Un numero che di fatto ci dice che i dati pubblicati fino a marzo del 2024 erano dei dati sbagliati, falsi e poco rappresentativi dell’effettiva forza del mercato del lavoro USA, che, alla luce di quanto pubblicato ieri è decisamente meno forte di quanto ce lo hanno descritto fino ad ora!

E noi, poveri uomini della strada ce ne eravamo anche accorti. Troppo spesso avevamo notato una discrepanza tra i continui annunci di licenziamenti da parte di moltissime aziende (anche tra quelle Tech) ed i dati sul mercato del lavoro che non davano cenno di rallentamento. Il rallentamento c’era. Ma veniva semplicemente nascosto. 

Ora non abbiamo ovviamente le competenze e sufficienti informazioni per poter affermare che questo “errore” sia stato voluto. Quello che sappiamo con certezza è che i dati sul NFP non sono affidabili. Sono una rappresentazione molto approssimativa, per non dire errata, del mercato del lavoro.

 

Ma non basta. Quello che è accaduto ieri è ancora più grave! Il dato sul Payroll Benchmark doveva essere pubblicato alle 16.00 ora italiana. Come di consueto, centinaia di economisti alle 16.00 erano di fronte ai terminali, pronti ad annotarsi tale revisione. Ma nulla. Il dato non usciva. 

E allora è accaduto qualcosa di eccezionale. Qualcosa che in un mercato efficiente non può e non deve accadere. Alcune banche, precisamente, Mizuho Financial Group, BNP Paribas e Nomura hanno chiamato direttamente il Bureau of Labor Statistics e hanno chiesto il dato al telefono. Tale richiesta è legittima. Ciò che non è accettabile è che l’addetto del BLS abbia rilasciato loro il dato, creando di fatto un’asimmetria informativa senza precedenti. 3 banche disponevano del dato (e che dato!) mentre il resto del mercato continuava a rimanere al buio.

 

E qualcuno ha beneficiato di questo dato? Certamente. Lo dicono i dati sugli scambi. Dopo che il dato è stato ufficialmente pubblicato sono passati di mano 20.000 contratti futures sullo S&P500, un incremento dei volumi del 58% rispetto ai volumi medi scambiati in precedenza. L’indice ed i bond sono saliti a scontare un mercato del lavoro più debole e quindi maggiori possibilità di tagli da parte della FED. Chissà se le banche che hanno avuto l’informazione con 30 minuti di anticipo hanno beneficiato di questi movimenti. Chissà.

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Pensate che questo sia un caso isolato? NO.

Nel mese di maggio del 2024, lo stesso BLS ha pubblicato “inavvertitamente” il dato sui CPI index nel suo sito (quindi senza comunicarlo a Bloomberg) con 30 minuti di anticipo. Ovviamente, chi se ne è accorto (o chi lo sapeva?) ha potuto usufruire dell’informazione con largo anticipo rispetto al resto del mercato. 

E ancora. All'inizio di quest'anno, un economista del BLS ha inviato un'email a un gruppo che ha descritto come "super utenti", suggerendo che un cambiamento nel modo in cui l'agenzia calcola una misura chiave dell'inflazione degli affitti fosse alla base dell'aumento dell'IPC (Indice dei Prezzi al Consumo). Successivamente, il BLS ha detto ai destinatari di ignorare il contenuto dell'email e ha cercato di chiarire la confusione con un avviso sul suo sito web. L'agenzia ha anche negato di tenere una lista di "super utenti." Richieste di accesso ai documenti pubblici da parte di Bloomberg News hanno rivelato che lo stesso economista ha corrisposto con importanti aziende di Wall Street (BlackRock e JP Morgan) riguardo dati chiave sull'inflazione negli Stati Uniti che non sono ampiamente disponibili, sollevando interrogativi sull'equità dell'accesso alle informazioni economiche.

 

Morale della favola. Da oggi abbiamo una certezza in più, o meglio, una certezza in meno. I dati macro non sono affidabili e quando lo sono non vengono forniti a tutti nello stesso modo e nello stesso momento. Quello che viene pubblicato oggi può subire revisioni marcate a distanza di tempo, revisioni che cambiano totalmente lo scenario, quello su cui milioni di operatori hanno basato le loro decisioni di investimento e che all’improvviso scoprono di averle basate su dati sbagliati. Sappiamo che alcuni operatori hanno accesso a dati sensibili con largo anticipo cosi da potersi posizionare in vista della reazione del mercato a pubblicazione ufficiale del dato. Sappiamo, infine, che ad alcuni operatori, appartenenti a “liste privilegiate” vengono forniti dettagli non resi accessibili al resto del mercato.

 

E allora aveva ragione mio nonno. La borsa è solo una grande Bisca. Meglio prenderne atto ed agire di conseguenza.

 

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