Nuvole scure gravano sui mercati azionari

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 26/06/2018 13:45

A Wall Street torna protagonista la volatilità. Avevamo giusto fatto in tempo a denunciare il ritorno dello "short VIX" trade, con i fondi speculativi che la passata ottava avevano ammassato la posizione netta corta più consistente da gennaio; che la volatilità inevitabilmente si infiamma, contribuendo all'affossamento degli indici. Dopo 501 sedute, il Dow Jones chiude sotto la media mobile a 200 giorni. Prima o poi doveva succedere. Dopotutto, un uptrend che non gode di una qualità soddisfacente, presto o tardi è destinato a piegarsi sulle proprie gambe. E sulla borsa americana, come già denunciato più volte, non si può fare a meno di rilevare la sproporzione fra Down Volume, prevalente, e Up Volume, latitante; più in generale, sulla scarsa partecipazione all'uptrend.

Adesso sarà tassativo monitorare i supporti che contano. È in discussione l'intero bull market degli ultimi nove anni. Dovremo compiere uno sforzo considerevole, in sede di aggiornamento di metà anno del 2018 Yearly Outlook, per delineare con precisione le prospettive e la mappatura per i mercati, per i prossimi 6-9 mesi. Intanto però l'attenzione si sofferma sugli argini formali che hanno accompagnato la crescita dalla fine del 2016 in avanti.

Vale in modo particolare per Piazza Affari, peggiore borsa occidentale in questo secondo trimestre, tornata ieri a sollecitare il long stop mensile: come mostra il grafico, l'argine di lungo periodo è stato interessato a maggio, dopo la formazione di un pattern di inversione su base mensile tanto raro quanto temibile. Chiudervi sotto venerdì sera consacrerebbe la fine dell'esperienza benigna degli ultimi due anni.

L'Eurostoxx50, giova ricordarlo, a marzo ha già violato il long stop mensile. Il successivo recupero non è andato oltre la resistenza di lungo periodo, sicché la recente debolezza ha il sapore amaro del ripristino del downtrend. L'attenzione nei prossimi giorni si soffermerà sul MSCI Euro, tecnicamente più efficace, situato ieri sera a poco più di un punto percentuale dalla clamorosa negazione della primaria rottura rialzista intervenuta lo scorso anno, e che fino ad ora non aveva mai conosciuto un definitivo seguito.


Gaetano Evangelista
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