Nessuno ha notato l'Hindenburg Omen a Wall Street?

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 20/12/2016 14:39

L'indugiare dell'indice MIB delle ultime sedute non coglie del tutto di sorpresa. D'accordo, veniamo da una risalita vertiginosa e il mercato denuncia un certo ipercomprato, condito da un sentiment in ribollimento. Soprattutto, però, l'incertezza della borsa italiana è legata all'avvenuto raggiungimento della media mobile a 200 settimane. Come si può notare, questo spartiacque di lungo periodo ha agito due volte da supporto, nella seconda metà dello scorso anno, prima di essere drammaticamente abbattuto lo scorso inverno. Spingersi oltre questa fascia sarebbe non poco di conforto per i Torelli nostrani. Il grafico propone gli obiettivi successivi nel caso salti questo corposissimo tappo.

Anche Wall Street segna il passo. Ha fatto poco clamore l'indicazione, fornita in questa sede, di un Hindenburg Omen formalmente completato sulla borsa USA. La teoria postula almeno un paio di indicazioni a distanza ravvicinata di tempo. Evidentemente il setup è scattato con il contributo determinante delle società del NYSE "bond proxy", intimamente correlate cioé all'andamento dei tassi di interesse, in ascesa verticale nelle ultime settimane. Un episodio isolato - dunque, irrilevante - risale a fine giugno, subito dopo la Brexit; mentre per ritrovare un Hindenburg Omen confermato bisogna risalire a 25-26 giugno 2015 e in precedenza alla prima decade di dicembre 2014: nel primo caso il seguito fu tutt'altro che apprezzabile, nel secondo caso assistemmo ad un mero consolidamento, prima della ripartenza del mercato.

Bisognerebbe magari rivedere la formulazione originaria, per attenuare l'impatto del mercato obbligazionario. Resta la sensazione di una borsa americana che in termini relativi inizia chiaramente a perdere colpi.


Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

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