Luce verde per la cedola del 3% al mese

Pierpaolo Scandurra Pierpaolo Scandurra - 08/06/2021 15:26

Un Cash Collect Memory di casa Vontobel sui titoli tech rappresenta un’opportunità di alto rendimento a due anni. Con un occhio ai rischi.

Del tutto inutilizzata fino al 2015, la frequenza mensile di osservazione sui certificati Cash Collect o Phoenix ha iniziato a catturare l’interesse degli investitori a partire dal 2016 con una quota di mercato del 31% sul totale delle emissioni con date di rilevamento intermedie. Il trend di crescita è stato costante fino ad arrivare al 2019, anno in cui oltre la metà delle proposte a date intermedie presentava una cadenza mensile delle osservazioni. Poi il declino, che ha portato al 30% delle nuove emissioni dei primi mesi del 2021 che possono pagare mensilmente dei coupon, contro il 53% di quelle che prevedono invece un’osservazione trimestrale.

E’ questo il quadro disegnato dall’Ufficio Studi del CedLAB sui certificati Cash Collect nelle diverse declinazioni che possono assumere sul mercato, che testimonia come il favore degli investitori nell’ultimo anno si sia spostato sui certificati a cedola trimestrale, più snelli da gestire per il controllo delle cedole da incassare e per le condizioni di mercato ( volatilità e dividendi in primis) che ne rendono più favorevole la costruzione.  Tuttavia rimane forte l’appeal che i certificati che pagano cedole ogni mese riescono ad esercitare sugli investitori ed è in risposta a tale gradimento che alcuni emittenti perseguono la strada delle mensilità, stressando se necessario la selezione dei titoli sottostanti in modo tale da far quadrare i conti tra costo della struttura e caratteristiche offerte.

Una delle formule più apprezzate da chi è dotato di una buona dose di appetito per il rischio, ovvero della capacità di sopportare significativi drawdown pur di potersi garantire rendimenti molto elevati, è quella dei certificati con cedola mensile superiore al 3%, subordinati inevitabilmente all’accettazione da parte del sottoscrittore di un rischio di volatilità e bassa correlazione tra i sottostanti. Negli ultimi mesi, complice l’andamento positivo o altalenante dei titoli tecnologici, la quasi totalità di queste emissioni molto generose ha dato giuste soddisfazioni pagando tutti i premi quando erano previsti o nella peggiore delle ipotesi in una data successiva, grazie all’imprescindibile effetto memoria di cui sono dotate. Oggi sul mercato se ne contano ancora una manciata a prezzi quasi sempre sopra la pari mentre per trovarne qualcuno più a buon mercato è necessario guardare a quei titoli che più sono stati penalizzati dalle vendite nell’ultimo periodo.

FASTLY, DA TIK TOK AL BLACKOUT DEL CDN

Tra questi spicca certamente il titolo Fastly, una società americana che capitalizza poco più di 5,5 miliardi di dollari, attiva nel settore dei software , cloud computing e soluzioni tecnologiche che per molti mesi ha servito anche l’applicazione Tik Tok e che nella giornata di martedì 8 è salita agli onori delle cronache per un crash del CDN a cui si appoggiano centinaia di siti web in tutto il mondo. Caratterizzata da una volatilità implicita del 65%, la company statunitense si è resa tristemente protagonista di un vero e proprio crollo delle quotazioni di oltre il 30% in un solo giorno, dopo la diffusione dei dati trimestrali e l’addio senza spiegazioni del suo AD che l’aveva accompagnata nella crescita nell’ultimo quinquennio. Dai minimi il titolo ha messo a segno un rimbalzo del 25% e di questo scenario si potrebbe approfittare con il Cash Collect Memory, identificabile tramite codice isin DE000VQ7B538, che proprio a Fastly lega il suo destino in quanto titolo worst of di un basket in cui figurano anche altri tre titoli.  

L’andamento di tale prodotto è legato nello specifico ad un basket composto da Fastly, Nio, Palantir e United States Steel e la strategia sottostante prevede il pagamento di coupon periodici mensili con effetto memoria di ammontare pari al 3,04% del valore nominale nel caso in cui tutti i titoli si trovino nelle date di osservazione al di sopra del rispettivo trigger cedolare, posto al 70% dei prezzi strike.

Già da agosto, è prevista la possibilità di rimborso anticipato del certificato nel caso in cui i sottostanti rilevino a prezzi superiori rispetto ai relativi prezzi di esercizio, offrendo quindi l’opportunità di ricevere rendimento, derivante dalla plusvalenza sul prezzo di acquisto. La barriera del capitale, livello che fa da spartiacque per il calcolo del rimborso a scadenza è posta al 60%. La durata del prodotto è di due anni, con scadenza a maggio 2023 e il generoso flusso di coupon, che ammonta al 36,48% annuale, rappresenta un’opportunità per investire la porzione di portafoglio più aggressiva.

Ad oggi, tre dei quattro titoli sono in territorio positivo mentre il titolo peggiore è come detto Fastly, che scambia al 77% del suo prezzo strike, ma con tendenza di breve lateral-rialzista. Il prezzo lettera è di 94,40 euro – dopo lo stacco della prima cedola che è stata quindi già pagata - e un potenziale acquisto sarebbe in grado di rendere il 78% sul capitale investito in poco meno di due anni.  La prossima cedola del 3,04% verrà pagata l’8 luglio con data di verifica della barriera alla chiusura del 1 luglio.



Articolo a cura di Pierpaolo Scandurra
Fonte: certificatiederivati.it

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