In un mercato rialzista le sorprese avvengono sempre verso l’alto

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 20/09/2019 17:27

Il CDX High Yield Index, che sintetizza l’andamento dei CDS degli emittenti meno prestigiosi, ha fatto registrare ieri un balzo di ben 6.5 punti base: storicamente compatibile con un declino del mercato azionario nell’ordine del punto percentuale.

A volte ritornano. Dopo aver registrato ad agosto uno scompenso degno dei minimi di mercato che contano, il sondaggio settimanale di AAII finalmente torna a registrare una netta prevalenza di Tori rispetto agli Orsi. Si vede che le schiarite sul fronte del commercio internazionale, l’approssimarsi dell’epilogo dell’annosa questione Brexit, e la distensione monetaria concertata fra le quasi tutte banche centrali mondiali; hanno rilassato alfine gli investitori.

Peraltro, il seguito di questo ridimensionamento del pessimismo non è così binario come si potrebbe ritenere. Se un eccesso di ribassisti in piena estate legittimava attese di recupero poderoso, la prevalenza di rialzisti che adesso contabilizziamo non induce a prevedere sciagure. Resta fermo lo script che fa confidare in un mercato riflessivo per le settimane a venire. Ma, come ammoniva quel tale, in un mercato rialzista le sorprese avvengono sempre verso l’alto.

Conforta in tal senso la resilienza manifestata da Wall Street all’indomani del sentitissimo appuntamento con il FOMC, e con la scadenza ciclica del Delta System (la quale, trovandoci in un ciclo intermedio positivo, potrebbe benissimo aver intercettato il top con una seduta di ritardo): lo S&P500 ha chiuso praticamente invariato, malgrado il mercato del credito mostrasse tensioni ben più evidenti. Il CDX High Yield Index, che sintetizza l’andamento dei CDS degli emittenti meno prestigiosi, ha fatto registrare ieri un balzo di ben 6.5 punti base: storicamente compatibile con un declino del mercato azionario nell’ordine del punto percentuale. Questa divergenza non è senza precedenti, ma sottolinea come l’apparente tranquillità di Wall Street possa essere illusoria.

In Europa nel frattempo lo Stoxx600 è nuovamente alle prese con questa resistenza fra 390 e 395 punti, sollecitata già tre volte in meno di sei mesi, e quattro volte da luglio 2018 in avanti. Come evidenzia la figura, si tratta di parte di una barriera più ampia che a ben vedere contiene l’indice continentale da cinque anni.

Non sarebbe delittuoso se a questo punto lo Stoxx600 facesse tatticamente marcia indietro, trovando nuove energie prima di un assalto definitivo. Che, casomai si manifestasse, troverebbe la strada spianata verso nuovi massimi, essendo i venditori stati progressivamente soddisfatti e neutralizzati.


Gaetano Evangelista
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