Il boom di Wall Street è stato costruito a gennaio

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 02/11/2017 15:47

La riunione di ieri del FOMC si è risolta con un prevedibile nulla di fatto: tutto rimandato a dicembre, quando la prospettiva di un aumento dei tassi ufficiali è data dal mercato per scontata (88% di probabilità, stando al future sui Fed Funds). Il percorso che separa l'attuale livello del costo ufficiale del denaro dalla soglia che oggettivamente costituisce un inasprimento delle condizioni monetarie, è ben delineato: ne abbiamo parlato nell'Outlook semestrale, e ci ritorniamo nel Rapporto Giornaliero di oggi.

Questo dato però si incrocia irrimediabilmente con la "qualità" del rialzo di questi primi dieci mesi del 2017.
Il nuovo massimo di Wall Street in un mese - e, se è per questo, semestre - altrimenti storicamente impegnativo, consente di proiettare ritorni ulteriormente lusinghieri per i mesi a venire. Soltanto nell'ultimo bimestre dell'anno, la performance media conseguita in condizioni simili (+3.7%) è più che duplice, rispetto al ritorno medio storico (+1.5%). Ciò peraltro si lega a quanto rilevato ad inizio anno, in sede di determinazione delle prospettive per l'intero 2017: quando segnalammo come i setup formalizzati inducevano ad aspettarsi il meglio per l'inverno successivo.

Piazza Affari non si sottrae certo al denaro. Il test del supporto (media a 200 giorni) a 22000 punti ha galvanizzato il mercato, conducendo a nuovi massimi. Merito anche della percezione benevola degli investitori: come si può notare il Credit Default Swap a 5 anni è passato in dieci mesi da 200 punti base, ai 119pb di ieri: siamo ai livelli più contenuti da marzo 2016; quando però l'indice MIB quotava meno di 19000 punti. Troppo ottimisti gli investitori di Piazza Affari, o troppo cauti gli investitori sul mercato del credito? si vedrà...


Articolo a cura di Gaetano Evangelista
Fonte: www.ageitalia.net

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