Facebook offusca il quadro (quasi) idilliaco del Nasdaq

Claudia Cervi Cervi Claudia Cervi Cervi - 31/07/2018 13:35

Sul mercato americano il settore dell’Alta tecnologia continua a macinare progressi, ma non è tutto oro quel che luccica.

Se da un lato si osserva un trend spiccatamente positivo per l’indice Nasdaq Composite che si muove a debita distanza dalla sua media mobile a 200 giorni in transito a 7200 punti circa - inclinata positivamente dal 2016 -  su alcuni titoli del comparto la situazione appare ben più complessa.
 

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La brusca frenata vista in settimana dall’indice tecnologico dunque non intacca la struttura rialzista di fondo che anzi sembra ben impostata su un sentiero di crescita verso obiettivi a 8100, lato superiore di un canale disegnato dai minimi di febbraio, e in direzione di target più ambiziosi in area 8400, ottenuti proiettando l’altezza dell’ampia fase laterale disegnata dai prezzi nel corso del primo trimestre.

Questo quadro idilliaco viene tuttavia offuscato da Facebook, che giovedì ha annunciato risultati del secondo trimestre che hanno evidenziato ricavi in crescita del 42% a 13,2 miliardi di dollari ed un utile netto a 5,1 miliardi. Gli analisti avevano previsto un incremento del giro d'affari a 13,4 miliardi. Peggio del previsto anche la crescita del numero degli utenti (+11% contro il +13% del consensus). Si tratta dell'aumento più basso dal 2011. Nella conference call Facebook ha detto che la crescita dei ricavi rallenterà nei prossimi due trimestri rispetto al ritmo di quelli precedenti.

Graficamente il titolo aveva già inviato i primi segnali di cedimento nel corso del recente passato quando a marzo era sceso per la prima volta dal 2014 al di sotto della media mobile a 200 giorni. Come l’Araba Fenice, Facebook era poi risorta dalle ceneri galoppando fin su nuovi record assoluti a quota 218,50. Un risultato che tuttavia non è bastato ad allontanare il rischio di nuovi cali.  Chiusure di ottava sotto la media mobile a 200 giorni, ora in transito a 181 dollari circa, confermerebbero questi timori spianando la strada ai ribassisti che potrebbero avere campo libero almeno fino ad area 161, base del gap del 26 aprile, e più in basso fino ai minimi annuali in area 150. Un movimento del genere, sebbene ampio in termini percentuali rispetto ai record di qualche giorno fa, andrebbe catalogato come una correzione fisiologica dopo la corsa e non modificherebbe comunque la struttura rialzista di lungo termine. Il ritorno sopra area 190/195 riporterebbe invece fiducia già nell’immediato.
 

Grafico settimanale - Si avvia alla conclusione la settimana peggiore di sempre per Facebook

Articolo a cura di Claudia Cervi - Analista TradingEvo

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