Dopo il Leicester City, la sorpresa della Brexit

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 24/06/2016 12:31

Non bastava la sorpresa del Leicester City. Il Regno Unito sforna quest'anno un'altra clamorosa sorpresa, rovesciando i pronostici, e dando mandato al parlamento di votare l'uscita dall'Unione Europea. Immediata e drammatica la reazione dei mercati finanziari: crollano i future sugli indici azionari, crollano i rendimenti dei titoli di Stato, crolla la sterlina a livelli che non si vedevano quando a Downing Street risiedeva la signora Thatcher; schizza l'oro e lo yen, tradizionali asset difensivi. La reazione è talmente isterica da ingenerare la sensazione che sia ragionevole sfidarla con un contrarian trade.

A partire dagli anni Sessanta, il Regno Unito ha sperimentato una crisi finanziaria ogni otto anni: 1960, 1968, 1976, 1984, 1992, 2000 e 2008. L'orologio della storia suggeriva uno nuovo shock economico nel 2016, e così è stato. L'elevata volatilità sperimentata sul mercato delle opzioni alla vigilia della consultazione elettorale, suggeriva il conseguimento di quotazioni estreme, in un senso o nell'altro. Nello specifico, in caso di Brexit questi erano i livelli dettati dal posizionamento degli operatori: Gbp/Usd, 1.32; Eur/Usd, 1.10; rendimento Gilt, 0.66%; rendimento Treasury USA, 1.19%; rendimento Bund, -0.29%; Oro, 1345 dollari; S&P500, 1980 punti; Eurostoxx50, 2660 punti.

È chiaro che lo shock registrato in queste ore premia la decisione - ad un certo punto apparsa ostinata ed incomprensibile, a dirla tutta - del modello di asset allocation di scaricare le posizioni sul mercato azionario, mantenendo soltanto una certa esposizione sulle azioni aurifere. Visto oggi, il rapporto fra Dow Jones e oro, mostrato ieri, acquisisce tutta un'altra luce. Al contempo, non possiamo fare a meno di rilevare come lo Stock/Bond ratio abbia per ben tre volte cercato di rompere la resistenza che da aprile lo contiene negli Stati Uniti. Il ridimensionamento anticipato nelle ultime ore dai mercati a termine, e che sarà formalizzato con l'apertura della sessione antimeridiana, conferma la preferenza per le attività a basso rischio, e l'incertezza che grava sullo scenario dei mercati. Questa volta, elaborare l'Outlook di metà anno sarà più impegnativo che mai.


Gaetano Evangelista
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