Come non dire addio alle minusvalenze

Pierpaolo Scandurra Pierpaolo Scandurra - 24/03/2021 11:21

I certificati generano redditi utili per la compensazione delle minusvalenze. Vediamo assieme come funzionano i Maxi Cash Collect

Il tema della fiscalità sulle rendite finanziarie è sempre d’attualità e dopo la corsa dei listini azionari partita esattamente un anno fa, molti investitori si ritrovano oggi con posizioni positive ma con pesanti minusvalenze da recuperare. Tale aspetto rappresenta una difficoltà in più per chi non riesce a compensare plusvalenze e minusvalenze su tutti i prodotti di investimento, costringendo al pagamento delle tasse sui ricavi non compensati con le perdite. L’ingegneria finanziaria, unita al progressivo sviluppo di nuovi strumenti di investimento, ha consentito, tramite l’utilizzo dei certificati, di superare questo problema fiscale in quanto eventuali guadagni o perdite derivanti dall’utilizzo di questi prodotti vengono contabilizzati sotto la stessa voce fiscale di “reddito diverso”.

Chi si trova ad oggi quindi con uno zainetto pieno di minusvalenze e non vuole perdere il beneficio fiscale rappresentato dal credito di imposta del 26%, può usufruire di qualsiasi tipologia di certificato e più in particolare dei cosiddetti “maxi coupon” che, grazie allo stacco della prima maxi cedola, permettono di abbattere – nelle modalità previste dai diversi intermediari - le minusvalenze in scadenza più vicina e di attuare, strategie che consentono all’investitore di recuperarle. Per comprendere il funzionamento di tale tipologia di certificato prendiamo a titolo di esempio uno degli ultimi Maxi Cash Collect di BNP Paribas, emesso ai primi di marzo e quotato al Sedex di Borsa Italiana. Il certificato, identificabile tramite codice isin NLBNPIT11LG4, è legato all’andamento di un basket di azioni appartenenti al settore energetico quali Enel, Repsol e Edf.

La struttura punta al pagamento di una prima maxi cedola del 15% del valore nominale di 100 euro nel caso in cui tutti i titoli il 19 maggio 2021 siano al di sopra del livello barriera cedolare posto al 60% dei prezzi strike. In altre parole, se entro la chiusura del 19 maggio i tre titoli energetici non avranno perso più del 40% dai prezzi di partenza, il certificato riconoscerà con effetto immediato un premio di 15 euro e proseguirà in quotazione – a un prezzo che a quel punto sarà ridotto del maxi premio cosi come avviene per lo stacco dei dividendi sulle azioni – fino alla successiva data di osservazione del 19 agosto 2021. Da tale data in poi, con cadenza trimestrale,  si otterranno coupon trimestrali dell’1% con effetto memoria, qualora i tre titoli azionari rispettino il livello di trigger e in più si potrà già rientrare dei 100 euro nominali a condizione che il fixing rilevato dalle tre azioni sia anche superiore al livello iniziale.

La barriera del capitale, ovvero ciò che differenzia tale prodotto dall’investimento lineare sui sottostanti, è posta al 60% dei prezzi strike pertanto discese inferiori al 40% dai prezzi strike non genereranno perdite sul capitale investito. Contrariamente, rilevazioni al di sotto di tale livello a scadenza prevista il 19/2/2024 comporterebbe un valore di rimborso pari al valore nominale rettificato per la performance negativa da strike. Prodotto che pertanto risulta molto utile non solo a coloro che credono che il settore energetico continui a sovraperformare gli indici ma anche per chi, avendo minusvalenze in scadenza quest’anno, ha la possibilità di rimettersi in tasca 2.600 euro ogni 10.000 di minus nello zainetto.

Articolo a cura di Pierpaolo Scandurra
Fonte: certificatiederivati.it

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