Dal 1950 uno S&P500 positivo nei mesi di gennaio, febbraio e marzo è stato registrato in tutto venti volte, compreso quest'anno. Il Nasdaq Composite, nel frattempo si affaccia sopra gli 8.000 punti. Piazza Affari incerta a ridosso di una barriera spartiacque.
Permane l’incertezza a Piazza Affari. L’indice FTSE MIB rimane a ridosso di una evidente barriera spartiacque fra una ipotesi ancora difendibile di bear market rally, e quella di uno scenario più benigno.
Stando al tanto chiacchierato confronto fra la recente esperienza di mercato, e quella vissuta a cavallo fra il 2014 e il 2015, la borsa italiana dovrebbe conseguire un massimo fra non più di 48 ore, prima di inaugurare un prolungato trading range. Una ipotesi confermata da un altro studio: l’analisi della regressione lineare su base settimanale, che da un mese evidenzia il manifestarsi di condizioni già viste proprio quattro anni fa, e in precedenza a settembre 2009.
Più tonica appare Wall Street, pur comprensibilmente con il fiatone dopo una lunga rincorsa. Ieri il Nasdaq Composite ha raggiunto il simbolico traguardo degli ottomila punti. Ci siamo già soffermati su tutti i casi storici di saldo così corposo, da parte del settore tecnologico, a questo punto dell’anno, per cui non ci ripeteremo. Ieri si commentava in questa sede la curiosa successione stagionale di quest’anno: lo S&P500 è stato capace di chiudere in territorio positivo nei primi tre mesi dell’anno.
Come rilevato, dal 1950 un saldo positivo a gennaio, febbraio e marzo, dal 1950 è stato registrato in tutto 20 volte, compreso quest’anno. Ci siamo soffermati sulle performance a media scadenza. Nel Rapporto Giornaliero di oggi proponiamo l’evoluzione grafica del trimestre corrente; a cui, manco a dirlo, ci stiamo docilmente adeguando.
Gaetano Evangelista
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