Sedute come quella di ieri a Wall Street, a ragione indispongono gli investitori. D'altro canto, lo S&P non fa altro che riproporre uno schema comportamentale da tempo consolidato: alternare ad aperture brillanti, sessioni di chiusura in tono minore. Convenzionalmente, si ritiene che la prima ora di contrattazioni sia di appannaggio dei piccoli investitori, e in generale di un pubblico tanto disinformato quanto emotivo: laddove l'ultima ora di scambi sia dominata dalle mani forti. Il confronto fra i saldi realizzati dal mercato (USA) in queste due finestre temporali, cumulato, da' vita ad un indicatore ("Smart Money Index") che punta ad evidenziare l'accumulazione ovvero la distribuzione in atto sul mercato.
La figura conferma le sensazioni: lo SMI è in caduta libera, e questo sottolinea la distribuzione in atto. In particolare, nella parte inferiore del grafico si può notare il tasso di variazione a 100 giorni di quello che è alternativamente noto come "Last Hour Indicator". Letture particolarmente depresse, come quella recente, hanno non di rado intercettato massimi di mercato, sebbene obiettivamente il track record sia distante dal 100% di successo. Resta la sensazione di un mercato provvidenzialmente contenuto dai supporti che contano, per ora; sebbene, allo stesso tempo, sia risultato incapace di avere ragione della resistenza di breve periodo.
Tutto ciò non fa che confermare il momento di grazia di Piazza Affari. Il rapporto fra MIB e S&P500 (in euro) si è lasciato brillantemente alle spalle la congestione in essere da settembre, perpetuando una tendenza positiva inaugurata pochi giorni dopo l'elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti. E dire che tale circostanza, secondo il giudizio un tantino frettoloso degli "esperti", avrebbe dovuto piegare le ginocchia di una nazione votata all'Export come la nostra...
Gaetano Evangelista
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