Restare ancora sottopesati sull'Equity

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 11/03/2025 10:45

Il 2025 sta confermando le attese di inizio anno: un distacco dalle performance eccezionali del 2023-24, con una rotazione a favore dell'Europa. Questo naturalmente non esclude temporanei ripiegamenti su tutti i fronti di investimento.

Il mercato del lavoro negli Stati Uniti tiene. I posti di lavoro generati a febbraio non si discostano molto dalle aspettative, ma il dato di gennaio è rettificato al ribasso, e balza di mezzo punto percentuale il più ampio tasso di disoccupazione “U6”. Nella misura in cui Bad news is good news, la circostanza dovrebbe risultare confortante. In effetti i future prezzano una probabilità del 40% di taglio del Fed Funds rate a maggio; ma Bessent, segretario al Tesoro, smonta ogni entusiasmo: la Casa Bianca procede per la sua strada, e non modificherà la sua strategia per compiacere Wall Street. Al mercato toccherà essere più persuasivo, per dissuadere l’amministrazione Trump.

Appena tre settimane fa gli investitori celebravano la formazione di un nuovo massimo storico sui listini americani, prefigurando una replica del fantastico biennio precedente. Venerdì sera, al contrario, l’indice S&P500 si attestava mestamente in 24esima posizione, fra le prime trenta borse al mondo per capitalizzazione, con una performance da inizio anno di segno negativo (-2.4%); in un ranking dominato dai listini europei, che occupano otto delle prime dieci posizioni.

A Wall Street pesano i realizzi sulle Magnifiche Sette, che hanno “bruciato” 2.2 trilioni di capitalizzazione dal giorno dell’inaugurazione presidenziale, e complessivamente 3.5 trilioni dal picco del 19 febbraio. Il reale problema è che non c’è stato un pieno passaggio di consegne a favore degli altri settori, a giudicare dall’elevato numero di azioni sui minimi annuali. L’evidenza di tale disagio è comprovata dalla nostra versione della Titanic Syndrome, una combinazione tecnica tossica qui segnalata una settimana fa, riuscita a costringere gli indici USA principali a ripiegare fino alla media a 200 giorni.
Questo conferma l’opportunità di mantenere una esposizioni in azioni al di sotto del livello prescritto dal nostro modello di asset allocation; peraltro a sua volta più cauto nelle settimane più recenti. Con un sottopeso per gli Stati Uniti rispetto al benchmark.

Se Atene piange, Sparta quantomeno sorride. Venerdì sera il MSCI World ex USA guadagnava il 9.2% dall’inizio dell’anno; il MSCI Euro, l’11.3%. Evidente come ci siano due distinte raffigurazioni. Il punto è stabilire se questo passaggio di consegne sia tanto definitivo quanto potenzialmente duraturo.
A Piazza Affari nel frattempo fa la sua comparsa un Sell Sequential setup di DeMark su base settimanale. Il Rapporto Giornaliero di oggi mostra i precedenti più recenti: una evoluzione che fa il paio con quanto prescritto dal nostro modello previsionale sulla borsa italiana basato sul mercato delle opzioni.

Gaetano Evangelista - https://www.ageitalia.net/

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