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Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 15/06/2016 15:20

Ritornano gli incubi dello scorso inverno: in appena quattro sedute Piazza Affari perde quasi un decimo del proprio valore. La fuoriuscita dalla congestione triangolare che ha caratterizzato buona parte di quest'anno, avviene in modo prevedibilmente violento, e rilancia la prospettiva di raggiungere nuovi minimi annuali. Il bear market non potrebbe risultare più diffuso: 39 azioni su 40 del paniere del MIB navigano sotto la propria media mobile a 21 giorni e, in termini di media a 10 giorni, l'Up Volume della borsa italiana scivola sotto al 27% del totale.

Il ribasso è così devastante da indurre il raggiungimento della tripla cifra sul Panic Index. Formalizzata ieri una capitolazione. Elementi che, presi singolarmente, potrebbero indurre una temporanea pausa nel processo di sgretolamento. Il grafico contestualizza questi setup: il punto è stabilire se ci troviamo in un formale bull market, come ad ottobre 2014, o in una fase non direzionale, come ancora si poteva ritenere un anno fa di questi tempi; ovvero in un downtrend conclamato a tutti gli effetti. La credibilità del potenziale esaurimento, seppur temporaneo, del ribasso, è legato alla classificazione della corrente tendenza. Dopotutto, il pessimismo non è nemmeno così diffuso...

I mal di pancia di Piazza Affari, noti da tempo, non sono isolati. Ieri Morgan Stanley ha opposto un nuovo rifiuto all'ingresso delle azioni domestiche cinesi nel paniere del MSCI World. La notizia ha indotto un nuovo ribasso dello yuan, che rischia di alimentare ulteriori spinte di risk-off sui mercati finanziari. Siamo grati al modello di asset allocation, che all'inizio del mese ha suggerito di investire in borsa non più del 22% del portafoglio; una cautela che perdura da un anno: negli ultimi dodici mesi l'esposizione media si è attestata al 30%. Meno della metà rispetto all'Equity allocation orgogliosamente ostentata nei cinque anni precedenti. I tempi cambiano...


Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

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