Primi indizi di consolidamento di mercato

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 12/07/2023 09:45

Il terzo trimestre si apre all'insegna di alcune prese di beneficio sui listini che più hanno corso nella prima metà dell'anno. Il ruolo della stagionalità e dei modelli previsionali sarà decisivo anche nei prossimi mesi. In arrivo l'Outlook per il secondo semestre.

 

Si interrompe la sequenza più duratura della storia in termini di capacità di battere in positivo le previsioni degli economisti in tema di creazione di buste paga mensili negli Stati Uniti. Il dato risulta più contenuto, ed inoltre si è proceduto a revisione al ribasso dei mesi passati. E non manca adesso chi in seno alla Fed fa sentire la sua voce critica, a proposito della decisione di non aumentare i tassi ufficiali a giugno: chissà, potesse tornare indietro, il governatore Powell avrebbe assecondato a giugno i falchi in seno al FOMC.

Ad ogni modo le previsioni per il prossimo 26 luglio confermano un nuovo rincaro da 25 punti base, ma anche la prospettiva (70% di probabilità) di un nuovo stop a settembre. Il ciclo monetario restrittivo appare comunque prossimo ad esaurimento, con la distanza fra i “puntini” del FOMC ed i tassi di mercato che si va ricomponendo: venerdì il rendimento dei Treasury a 2 anni è risalito per un momento sopra il 5.0%: una soglia raramente superata nel corso di questo secolo.

Da qui a prevedere una recessione, però, ancora ce ne corre, a quanto pare. La Fed di Atlanta ha rivisto verso l’alto il tasso di crescita annualizzato del PIL americano nel trimestre appena passato: +2.1%, dal precedente +1.9%. Il dato rileverà soprattutto nell’orientare le aspettative per l’ormai imminente stagione degli utili: venerdì inaugurano le banche di Wall Street. Il consenso si aspetta una contrazione degli EPS del 9% rispetto ad un anno fa. Vedremo se ed in quale misura l’abbassamento recente dell’asticella delle attese, favorirà – o meno – le sorprese che tanto piacciono al mercato.

Mercato che la settimana passata si è concesso anch’esso una pausa, al pari della Fed. Ben 20 dei primi 25 indici al mondo per capitalizzazione hanno fatto registrare ripiegamenti; di cui i primi cinque europei. Piazza Affari ha limitato i danni, con una limatura dell’1.6% rispetto alla precedente ottava.

A proposito di Vecchio Continente, l’Eurostoxx50 trova la forza per reagire, una volta giunto a ridosso di un delicato supporto di medio periodo. E lo fa malgrado la formalizzazione di un pattern di esaurimento della tendenza positiva di medio periodo. Il terzo trimestre non gode dei favori del pronostico, con un aggiustamento plurisettimanale che si scorge all’orizzonte. Ma la stagionalità nell’immediato può giocare ancora un ruolo favorevole per gli investitori. E questo vale soprattutto per il Nasdaq, come commentiamo nel Rapporto Giornaliero di oggi.

 

a cura di Gaetano Evangelista

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