Powell si trasforma in Dr Jekyll e Mr Hide

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 04/11/2022 09:40

La Federal Reserve favorisce le sensazioni di un pivot dovish imminente ma poi, nel tentativo di scongiurare un eccessivo clima di compiacimento, il governatore Powell getta acqua gelida su investitori ancora scossi da un annata tutt'altro che indimenticabile.

 

Powell si trasforma in Dr Jekyll e Mr Hyde. Alle 20 di ieri ora italiana il governatore della Federal Reserve ha aumentato come da attese il policy rate di 75 punti base al 3.75-4.00%, suscitando la reazione benigna del mercato: con lo S&P500 arrivato a guadagnare l’1%.
Tempo mezz’ora e gli investitori hanno subito una doccia gelida. Cosa è successo? Inizialmente la banca centrale americana ha riconosciuto la necessità di ponderare l’aumento dei tassi alla luce del cumulo di incrementi già approvato finora (Cumulative Tightening, annotiamo questa ennesima espressione coniata dal lessico federale...), confermando la riduzione della entità degli incrementi a 50 punti base a partire da dicembre.
Poi, anche nell’evidente tentativo di evitare di compiacere gli investitori, provocando una reazione benigna del mercato che avrebbe comportato un deprecato allentamento delle condizioni finanziarie effettive, il governatore ha precisato in conferenza stampa che il tasso terminale si collocherà su livelli più elevati di quanto fino a quel momento contemplato dal mercato a termine: che ha immediatamente corretto il tiro, proiettando un Fed Funds rate per la prima volta sopra il 5.0% a maggio, immutato per i successivi sei mesi. La prospettiva di un taglio si sposterebbe dunque al 2024.
La delusione degli investitori è stata evidente. Il saldo finale per lo S&P500 risulta il peggiore dal FOMC di gennaio 2021. Ma la performance dei trenta minuti finali, con una contrazione complessiva del 3.2% da massimo a minimo, non è stata mai registrata perlomeno dal 1994 in poi, quando la Fed ha rilasciato il proprio comunicato il medesimo giorno della riunione.
I tassi di interesse, che stavano ripiegando, si sono nuovamente impennati al pari del dollaro, mentre clamorosamente il VIX ha chiuso praticamente invariato rispetto alla seduta precedente. Sconcertante.
Ne ha fatte le spese soprattutto il Nasdaq, come noto più sensibile al costo del denaro, con la parete inferiore del canale ascendente in essere dal 2009 sempre sotto pressione. Lo S&P interrompe il rally dopo un progresso del 9% che sa di film già visto. Il Delta System suggeriva una scadenza ciclica per il 1° novembre: un massimo, si direbbe, con la borsa americana che adesso minaccia di convergere verso il successivo appuntamento ciclico.
Piazza Affari ha limitato i danni, ma permane questa configurazione che suggerisce la probabilità di un picco temporaneo di mercato. Come già segnalato in altra sede, affinché questo timore si concretizzi è prescritta una chiusura sotto il minimo dell’ultima barra setup.

 

Il commento di Gaetano Evangelista

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