Con i mercati azionari ci vuole pazienza. Nel 2017 Yearly Outlook, sfornato un anno fa, formulammo una previsione di crescita nei dodici mesi, per lo S&P500, fino a 2715-2725 punti. Abbiamo dovuto attendere le prime 48 ore dell'anno successivo per conseguire finalmente il target: stigma su di noi.
Scherzi a parte, cambia l'anno ma non l'abitudine di Wall Street di migliorare i massimi assoluti; nella ricerca di un valore di equilibrio evidentemente non ancora conseguito. Lo spunto di queste prime due sedute è rilevante per due aspetti; uno statistico: soltanto altre tre volte, dal 1945 in poi, Wall Street è riuscita a salire in modo così persuasivo nelle prime due sedute dell'anno, raggiungendo al contempo un nuovo massimo. Questo, a riprova dei tempi eccezionali che viviamo.
La seconda considerazione è di ordine più pratico: con una performance del +1.06%, anche quest'anno è stato conseguito il cosiddetto Santa Claus Rally; primo dei setup stagionali invernali. Il mancato concretizzarsi di un risultato positivo in questa finestra temporale, è preludio di tempi difficili: fra il 1999 e il 2000 lo S&P cedette il 4%: di lì a breve sarebbe stato schiacciato dal peso dello sboom della new economy. Fra il 2007 e il 2008 il SCR avrebbe prodotto una perdita del 2.5%, con i mercati che sarebbero collassati di lì a breve.
Vedremo ora l'esito degli altri setup stagionali, ma le aspettative sono tinte di rosa. Non foss'altro che per lo sciagurato posizionamento degli investitori. Che, come segnalato una settimana fa sul Rapporto Giornaliero, hanno proceduto a disimpegni netti da fondi ed ETF azionari in misura superiore ai 30 miliardi di dollari nell'arco di quattro settimane: un comportamento eloquente circa il reale sentiment degli investitori - più dei vari sondaggi disponibili - che, come documentato, tipicamente è seguito da ottime performance prospettiche.
Piazza Affari nel frattempo tenta disperatamente di evitare il peggio. Sul rapporto di ieri abbiamo segnalato un setup di inversione di tendenza (Landry TRIN Reversal). La risposta non si è fatta attendere, ma non è così scontato che il mercato riparta definitivamente, sottraendosi alle sabbie mobili. Il problema di fondo è che difficilmente si possono conseguire performance vistosamente positive, in presenza di un indice delle sorprese macro così negativo: sussite una evidente relazione fra il CESI Italia e il tasso di crescita dell'indice MIB.
Gaetano Evangelista
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