Non ci sono più i mercati di una volta

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 24/04/2025 10:43

In sofferenza da inizio anno un portafoglio diversificato fra azioni e titoli di Stato. Colpa del reddito fisso che non copre più: in dieci anni un investimento in bond USA di qualità ha reso mediamente l'1.3% annuo, considerando anche le cedole incassate.

Il mercato azionario ieri è stato confortato da dichiarazioni di disinnesco delle autorità americane. A porte chiuse, il segretario al Tesoro Bessent ha riconosciuto che la guerra commerciale (con la Cina in particolare) non potrà proseguire a lungo, con il sostanziale raddoppio dei prezzi dei beni in entrata ed in uscita che cagionerà danni ad entrambe le economie; mentre, si apprende, soltanto 18 nazioni – perlopiù minori – sono risultate ben disponibili al compromesso commerciale.
Dopo la chiusura dei mercati, il presidente Trump ha ridimensionato le minacce della vigilia nei confronti del titolare della politica monetaria USA. Una dichiarazione che ha rilassato i nervi di tutti, anche se il problema a ben vedere rimane sul tavolo.

Da un lato, all’amministrazione USA fa comodo disporre di un capro espiatorio al quale saranno addebitate tutte le colpe del rallentamento che dovesse verosimilmente conseguire dalle misure sinora adottate. D’altro canto, però, la questione sollevata, seppur in termini grossolani, rimane: il FOMC negli anni recenti ha assunto funzione perlopiù notarile, e le voci dissenzienti sono diventate rare. Non è sempre stato così, e dopotutto i voti contrari risultano ben più numerosi e visibili nei direttori delle altre banche centrali. 
Se i governatori del FOMC ed i presidenti regionali del Federal Reserve Board avessero più voce in capitolo, le intromissioni della politica avrebbero un impatto minore sull’autonomia della banca centrale americana. Ci sarà tempo per discuterne, pacatamente e meditatamente, nelle sedi opportune da qui a maggio del prossimo anno, quando scadrà il mandato di Powell. Forse non tutti i mali vengono per nuocere...

Il contesto rimane alquanto volatile: nelle ultime 12 sedute il VIX in media si è attestato a 36.5 punti. Prima d’ora una simile incertezza è stata registrata in una manciata di occasioni dal 1990; l’ultima, fra marzo ed aprile del 2020.
Prima del rimbalzo di ieri, la sottoperformance di Wall Street ha annullato tutto il vantaggio accumulato dall’inizio del 2024 rispetto agli altri indici azionari mondiali. Uno smacco per chi non avesse diversificato fra le varie piazze. Non che un portafoglio bilanciato abbia fatto la differenza: una canonica allocazione 60/40 negli Stati Uniti da inizio anno ha generato un saldo prima a ieri del -11.5%. Colpa di un reddito fisso gravemente assente.
Negli ultimi dieci anni un investimento in bond USA “di qualità” (Treasury, Corporate Bond investment grade e agency MBS) ha generato un saldo medio annuo del +1.36% considerando anche le cedole erogate. Proprio vero che non ci sono più i mercati di una volta...

Gaetano Evangelista - www.ageitalia.net

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