Investitori in disarmo, strategist in affanno

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 19/10/2022 09:35

Persi sui mercati finanziari americani quasi 17 trilioni di dollari dall'inizio dell'anno. Nel frattempo il bear market dei listini azionari ha raggiunto il target temporale esplicitato nell'Outlook di inizio anno. È tempo di upgrade per l'Equity? il responso del modello di asset allocation...

 

Gli investitori si interrogano circa la definitività del minimo raggiunto sul finire della passata ottava. Una settimana cruciale, secondo la nostra analisi ciclica e stagionale: che da tempo suggeriva il culmine delle vendite in prossimità del 10-13 ottobre di quest’anno.

 

Il bilancio del 2022 è stato finora disastroso. Soltanto negli Stati Uniti sono stati persi 16.7 trilioni di dollari, fra mercato azionario e – quel che più fa notizia – un mercato obbligazionario che non ha protetto gli investitori. Al contrario, il rendimento del Treasury decennale è cresciuto per 11 settimane di fila, come soltanto un’altra volta negli ultimi sessant’anni è accaduto. Per dare un’idea della debacle subita, si consideri che in occasione della crisi finanziaria del 2008 la polverizzazione patrimoniale risultò pari alla metà del sacrificio imposto quest’anno agli investitori.

 

Una misura dello scetticismo raggiunto è ben fornita dalla seduta di venerdì scorso, che ha visto lo S&P500 chiudere in territorio negativo per la nona volta nelle ultime undici settimane, e complessivamente ben 15 volte dall’inizio dell’anno: eguagliati i record del 1974 e del 2008. Evidentemente i trader non si fidano a lasciare aperte le posizioni, e liquidano prima della fine dell’ottava; pur dopo la seduta strepitosa di giovedì.

Il modello di asset allocation, che aggiorniamo settimanalmente, chiarisce l’opportunità di tornare in borsa dopo un disimpegno iniziato a novembre dello scorso anno, e che ci ha consentito di evitare i tracolli del 2022, dopo aver assecondato appieno il bull market del 2021.

 

I rialzisti nel frattempo devono giustificare l’opportunità di entrare o mantenere a fronte di un Nasdaq che, dopo aver perso più del 35% dal top dello scorso autunno; ha ora indiscutibilmente penetrato la media mobile a 200 settimane che pure in diverse circostanze aveva garantito tenuta alle quotazioni di Times Square; l’ultima volta in occasione del minimo di marzo 2022. Invece, dopo una illusoria reazione, il Composite ha bucato l’argine, che adesso agisce da resistenza. Fino a prova contraria, il rischio di una qualche replica del 2008 resta sul tavolo.

 

Smarrimento degli strategist di Wall Street, ai quali si addebita la mancata capacità di prevedere gli eventi finanziari di quest’anno. A fronte di una previsione media/mediana a 4345-4300 punti di S&P500 per fine anno, si richiederebbe un rimbalzo del 24% in meno di due mesi e mezzo, soltanto per raggiungere la stima consensuale (e c’è chi ha ancora fuori la proiezione di uno S&P a 5100 punti a fine 2022)...

 

A cura di Gaetano Evangelista

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