Aumenta febbrile l'attesa per la riunione di oggi della Federal Reserve. All'ordine del giorno non sono aumenti dei tassi di interesse ufficiali, dati per improbabili prima della prossima primavera; casomai, gli operatori si aspettano indizi circa tempistica e modalità della progressiva riduzione del bilancio dell'istituto di emissione: una fase delicata e complessa, quella del QT (Quantitative Tightening), non priva di insidie, come dettagliatamente discusso nell'Outlook per il secondo semestre, da poco pubblicato, e di cui caldeggiamo la lettura.
«Ma cosa importa?», devono aver argomentato ieri gli investitori. A giudicare dal VIX, sceso praticamente ad un nuovo minimo storico, prima di un sussulto nel finale di seduta. Tutti sanno che i FOMC Day sono accreditati di una performance media (+0.3%) pari a dieci volte il saldo medio giornaliero storico sullo S&P500. In altre parole, chi avesse investito dal 1994 in poi soltanto in occasione delle riunioni del braccio operativo della Fed, avrebbe accumulato oggi una performance complessiva del 78%; restando esposto soltanto per tre sedute ogni 100 giorni!
Le considerazioni stagionali tengono banco, insomma. Sono le uniche ad aver permesso di lucrare profittevolmente in questo bull market controverso ma al tempo stesso spettacolare per longevità e profondità di crescita, assieme alle indicazioni di ampiezza di mercato. Questo spiega perché ieri, alla vigilia del FOMC, il VIX sia stato così tiepido, sebbene in sede di chiusura abbia disegnato una evidente "key reversal" pattern di inversione sulle cui significative implicazioni ci soffermiamo nel Rapporto Giornaliero di oggi.
Piazza Affari nel frattempo continua ad oscillare attorno al massimo di maggio. Fisiologicamente, diremmo. Oltretutto, è l'effetto del preciso test del long stop giornaliero, occorso venerdì. Il rapporto di oggi ci ricorda la resistenza con cui tuttora fa i conti la borsa italiana; nonché la cruciale fascia di supporto dinamico che da novembre accompagna il rialzo, e che costituisce la struttura portante del mercato.
Gaetano Evangelista
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