Il rilascio dei dati di agosto dei PMI manifatturieri, non poteva risultare più polarizzato per le economie che seguiamo da vicino. Negli Stati Uniti l'ISM Index raggiunge il secondo livello più elevato degli ultimi 34 anni, battendo le aspettative di una misura che non si conseguiva da agosto 2001. Quando c'é la salute, c'é tutto. In Italia, all'opposto, il PMI manifatturiero scende per il settimo mese consecutivo, sfiorando l'asticella dell'equilibrio che per consuetudine separa le espansioni dalle contrazioni economiche. D'accordo che si tratta di indici di aspettative, di "soft data" ma in economia le aspettative non di rado precedono i dati effettivi, come abbiamo più volte sperimentato.
La reazione dei mercati in ogni caso è stata composta. Wall Street ha tenuto, Piazza Affari ha conseguito un rimbalzo per la seconda seduta di fila. Anche in questo caso, però, si parte da condizioni ben differenti: mentre negli Stati Uniti la tendenza di fondo non è minimamente messa in discussione; l'indice MIB tuttora naviga in cattive acque. Vedremo se questo rally si esaurirà a ridosso della resistenza giornaliera, come occorso magistralmente ad agosto. Nel caso, il downtrend ripartirebbe, alla volta degli obiettivi al ribasso evidenziati nel rapporto di ieri.
C'é un fenomeno però che va doverosamente registrato. Negli Stati Uniti l'euforia sta inducendo gli operatori a trascurare l'impiego delle opzioni put a copertura del portafoglio: «soldi sprecati». Qualcosa di simile avvenne a gennaio, poco prima del top. Analogamente, da alcuni giorni la dinamica dello S&P500 trova replica nell'andamento del VIX; un comportamento anomalo, vista la tradizionale correlazione inversa che lega le due misure. Per l'appunto, come si può notare il coefficiente di correlazione è ora ritornato in territorio positivo: un fenomeno inconsueto, i cui precedenti hanno sempre indotto l'adeguamento del mercato alla risalita della volatilità. Che la stagionalità a settembre torni a farsi finalmente rispettare?
Gaetano Evangelista
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