Il pessimismo dilagante dei piccoli investitori

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 21/10/2022 10:54

L'analisi stagionale e ciclica suggeriva un minimo in occasione della passata settimana. Le ultime sedute hanno confermato, grazie ad uno sbilanciamento del pubblico retail verso il lato corto del mercato. Sconfessati gli operatori che prediligono il trading intraday.

 

Su ambo le sponde dell’Atlantico il comportamento intraday è risultato ieri il medesimo: un inizio favorevole, un avvio scoppiettante di seduta, seguiti da una fase più riflessiva, con chiusura positiva ma schiacciata sui minimi e nei pressi dei livelli di apertura. Escono comunque confermate le indicazioni di un minimo in occasione della cruciale settimana passata: quando i modelli previsionali, le comparazioni storiche ed i setup quantitativi suggerivano la possibilità di una reazione di mercato.
A proposito di comportamento intraday, l’eccezionalità di quest’anno emerge anche da questo fattore. A fronte di una performance in prossimità dei recenti minimi del -25% circa, è curioso rilevare come la maggior parte delle perdite (-19.5%) siano intervenute sullo S&P nell’overnight. Chi invece avesse sistematicamente comprato in apertura di seduta, e liquidato alla fine, avrebbe limitato i danni ad un onorevole -7%. Ne parliamo perché il comportamento rilevato è specularmente opposto rispetto a quello storico: dal 1993 in poi comprando lo “SPY” in chiusura e venendo il giorno dopo in apertura, un investitore avrebbe portato a casa un guadagno del +775%, da confrontarsi con il -7% che nel medesimo arco di tempo sarebbe stato conseguito andando lunghi nel corso della sessione diurna.
Sul future sul FTSE MIB, dal 2004 un’operatività sistematica long nell’intraday avrebbe prodotto un saldo di -26.345 punti, da confrontarsi con i +32.115 punti che sarebbe stati guadagnati comprando in chiusura e liquidando in apertura del giorno successivo. Un risultato impressionante, tanto per la polarità evidente, quanto per la frustrazione che genera in capo ai trader che prediligono l’operatività long intraday a quella di pari segno, overnight. Quest’anno i saldi sarebbero risultati in linea con la tendenza storica di Piazza Affari, tenuto conto del bear market imperante: -3.250 punti andando long nell’intraday, ma anche -1.570 punti nell’overnight...
Oggi abbiamo divagato. Spostandoci sullo S&P500, è impressionante la netta polarità fatta registrare nelle ultime settimane, con sedute da “tutto o niente” registrate in ben 29 occasioni nelle ultime dieci settimane. Dal 2008 in poi un simile fenomeno è stato registrato soltanto altre cinque volte, come si può rilevare dal Rapporto Giornaliero di oggi e, tranne nel più recente episodio del 2020, in tutti i casi ulteriori minimi sono intervenuti prima di una ripartenza però definitiva. Secondo questa metrica, insomma, saremmo abbastanza vicini ad un minimo degno di nota, benché non si possa escludere a breve una sollecitazione del bottom della scorsa settimana.
Una conclusione che trova il conforto del sentiment: la passata ottava i piccoli investitori hanno speso in opzioni put sulle azioni il triplo di quanto speso nell’apertura di posizioni lunghe sulle opzioni call. Una proporzione drammatica, che la dice lunga sullo sbilanciamento adesso conseguito.

 

A cura di Gaetano Evangelista

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