Anche il mese di aprile si chiuderà con un segno negativo, ma le avvisaglie di difficoltà per il mercato sono incominciate dalla settimana del Ringraziamento. Il contesto esogeno ha soltanto esasperato una tendenza che in ogni caso sarebbe risultata spiacevole per gli investitori.
Ancora una giornata da dimenticare per i mercati azionari. La primavera era destinata a favorire il ripristino delle pressioni ribassiste sperimentate nei primi due mesi di quest’anno, ma gli investitori hanno deciso di passare alla cassa con anticipo rispetto alla tempistica ideale.
Bisogna riconoscere che il contesto esogeno non è certamente favorevole: negli Stati Uniti la Fed è determinata ad inasprire le condizioni finanziarie complessive, anche a costo di provocare il rischio di recessione. L’Europa si accinge a sostenere un esame di maturità che passa per la verifica della propria autosufficienza energetica mentre la Cina, ossessionata dai lockdown, vede naufragare le speranze di ripartenza del ciclo economico.
Questa cornice, però, poco potrebbe se il contesto tecnico non fosse quello che commentiamo da ormai cinque mesi. Abbiamo incominciato con una settimana del Ringraziamento insolitamente negativa, per arrivare ad un mese di aprile altrettanto sorprendentemente disastroso. Passando per un ToY setup e per i primi due mesi dell’anno a loro volta negativi.
Questi setup definiscono un contesto a dir poco problematico, come ricordiamo dettagliatamente nel Rapporto Giornaliero di oggi. E non parliamo del saldo parimenti negativo che sta per caratterizzare un semestre altrimenti brillante come quello che si chiude fra tre sedute. Il messaggio dovrebbe risultare sufficientemente chiaro ma, come sempre, sarà meglio lasciar parlare le statistiche: lo faremo nel rapporto sulla stagionalità che pubblicheremo domani.
Ieri il tono del mercato è stato univoco: 15 azioni in ribasso per ogni azione in rialzo, nell’ambito delle società del Russell 3000. Come paventato ieri in questa sede, il colpo di reni di lunedì aveva notevoli probabilità di rivelarsi ingannatore, e non è un caso che le società più penalizzate nelle passate 24 ore, siano state quelle che più hanno brillato all’inizio dell’ottava.
Questo sell-off legittimerebbe aspettative di rimbalzo per le prossime tre sedute: succede, quando il Nasdaq denuncia una perdita superiore al 10% a questo punto del mese (10 precedenti negli ultimi vent’anni, con Times Square sempre positiva nelle ultime 72 ore del mese). Ma, al di là di questa eventualità, appare evidente come l’inclinazione del mercato stia ben assecondando le prescrizioni formulate in questi ultimi cinque mesi da un modello di asset allocation quantomai tempestivo.
Articolo a cura di Gaetano Evangelista
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