Il mercato si sta predisponendo per il QE4?

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 30/09/2015 14:27

I mercati azionari mondiali affrontano l'ultima seduta di settembre - mai positiva a Wall Street da quando nel 2009 è ripartito il bull market - in condizioni di grande vulnerabilità. L'ampiezza di mercato ha prodotto segnali di inversione di tendenza mai registrati negli ultimi sei anni e mezzo, e non pochi indici hanno sperimentato rotture che i Tori avrebbero volentieri evitato. L'incertezza è palpabile a tutti i livelli, e ciò produce un aumento del premio per il rischio che si riflette in una compressione dei multipli di mercato: sufficiente a sacrificare le quotazioni, senza contare la contrazione dei profitti aziendali che globalmente si registra da tempo.

Le incertezze sulla crescita economica sono esasperate dal balbettio della signora Yellen, passata da un atteggiamento pragmatico e basato sull'evidenza dei dati macro, ad una condotta dogmatica che ha finito per perdere di vista il clamoroso crollo delle aspettative inflazionistiche. L'orientamento del mercato è ora per un rincaro del costo del denaro per non prima di marzo 2016; ma il timore è che ormai il danno di credibilità sia stato prodotto.

Significativo il declino del Nasdaq, fino ad ora indice trainante di Wall Street. Il Biotech, largamente rappresentato a Times Square, è in calo da otto sedute consecutive - non accadeva dal 2008 - mentre il Composite ieri è sceso ad un livello visto ad ottobre 2014, quando il Quantitative Easing si esauriva. Il mercato si sta predisponendo per il QE4?

In Europa, nel frattempo, lo Stoxx600 torna ad appoggiarsi sul delicatissimo supporto che ha contenuto che ha contenuto il rialzo degli ultimi quattro anni. Reduce dalla falsa rottura dei massimi del 2000-2007, l'indice paneuropeo insidia ora una soglia oltre la quale il bear market troverebbe conferme.



Gaetano Evangelista
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