A Wall Street siamo al 57esimo massimo storico quest'anno. E dire che al gennaio, al primo record, molti investitori si sono defilati, e non sono più rientrati. Ma i rialzi caratterizzano tutti i listini mondiali: favoriti dalla generosa disponibilità delle banche centrali.
I dati del mercato del lavoro a novembre negli Stati Uniti hanno soddisfatto tutti: non troppo sostenuti da penalizzare il reddito fisso, non troppo freddi da minacciare il mercato azionario. Al limite, tenuto conto della contenuta revisione verso l’alto del dato di ottobre, il rilascio è risultato un lieve miss.
Se non altro, questo ha rilanciato le prospettive di riduzione ulteriore del costo del denaro fra una decina di giorni, prima che verosimilmente la Fed passerà ad un ritmo meno intenso. Il mercato a termine prezza ora una probabilità dell’85% di Fed Funds rate al 4.25-4.50%: saremmo ancora ben distanti dal tasso terminale proiettato dal FOMC di settembre, ma la sera del 18 dicembre avremo su questo fronte orientamenti più credibili.
Naturalmente i mercati azionari hanno festeggiato, con lo S&P500 salito al 57esimo nuovo massimo storico. Quando il primo record ad inizio 2024 ha intimorito alcuni investitori, l’indice quotava ancora 4840 punti. Oggi siede su una performance del 27.4% rispetto ad un già gratificante 2023, dopo essere salito in ben 12 delle ultime 14 sedute.
I puristi storcono il naso, dimenticando che il contesto tecnico sovente risulta idilliaco soltanto in prossimità del massimo di mercato. Il fatto è che la passata ottava l’indice USA è salito in quattro sedute su cinque; al contrario, le azioni in ribasso hanno superato le azioni in rialzo sul NYSE in tutte le sedute tranne una.
Ci sono due chiavi di lettura. Anzitutto il prepotente ritorno alla leadership da parte della tecnologia, con i nuovi massimi storici di Amazon, Apple, Netflix e Meta, e con l’andamento convincente di Microsoft, Nvidia, Tesla e Broadcom. In secondo luogo, le ultime volte che il setup citato è stato registrato, risalgono alle settimane terminate il 13 giugno ed il 9 novembre di un anno fa. Depone decisamente a favore...
Ci piacerebbe che questa rotazione non escludesse almeno una settimana in lettera in questo ultimo mese dell’anno, ma a quanto pare non è ancora stagione di saldi. In una ottava che ha visti i listini non USA recuperare parte del ritardo accumulato rispetto agli Stati Uniti, ben 10 dei primi 30 indici al mondo per capitalizzazione si collocano adesso sui massimi storici o a stretto ridosso di essi. Il bull market si va “coralizzando”.
Michael Hartnett, strategist un po’ frustrato di Bank of America, rileva il rischio di eccessi (overshoot) qualora lo S&P500 dovesse spingersi oltre i 6666 punti, ma riconosce come il Bull&Bear Indicator sia correntemente ben lontano dal segnalare esuberanza. Il mercato abbozza, con la volatilità in rientro: impressionante la sequenza discendente sul VIX, di cui ci siamo occupati la passata ottava; e sul MOVE, di cui ci occupiamo nel Rapporto Giornaliero di oggi.
di Gaetano Evangelista - www.ageitalia.net