Il 2025 in borsa arride ancora agli investitori

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 19/02/2025 09:27

Nasdaq100 salito ad un nuovo massimo storico, MSCI All Country idem e Piazza Affari che non perde da otto settimane (migliore sequenza da novembre 2022). L'anno si mette bene per chi ha disatteso i proclami di ineluttabili sventure incombenti.

Le borse mondiali decidono di imitare l’ottimo andamento dei due anni passati. Venerdì sera il MSCI All Country ha chiuso ad un nuovo massimo storico, e più della metà delle borse mondiali guadagna oltre il 5% da inizio anno. Cinque delle prime sei già a doppia cifra sono europee. La Germania spopola, l’Italia contende alla Spagna il gradino più basso del podio, mentre gli Stati Uniti arrancano a distanza, collocandosi in 18esima posizione fra le prime trenta borse al mondo per capitalizzazione.

Non che gli americani si possano lamentare. Il Nasdaq 100 ha terminato la settimana su nuovi massimi storici, allungando a 485 sedute la sequenza benigna definita dal posizionamento sopra la propria media mobile a 200 giorni. Da quando esiste l’NDX, è la seconda esperienza più prolungata, e soltanto altre quattro volte è stata superata un’anzianità di 400 giorni. La nostra Meta, comprata a fine settembre a 572 dollari, nell’ambito del portafoglio “612” (operazioni mantenute in portafoglio per sei o dodici mesi), guadagna quasi il 30% e, alla luce del modello previsionale proposto, non appare affatto appagata.

Gli investitori si muovono sulla falsariga di quanto occorso nel 2017 ai tempi della prima amministrazione Trump: un’economia americana che cresce con minor vigore, raggiunta e superata dall’Eurozona; una convergenza macro che induce un raffreddamento del dollaro e rilancia tanto le commodity quanto le economie e le piazze emergenti; una Cina che mette da parte gli indugi ed inizia a stimolare con convinzione, favorendo il risk-on.

Due esperienze storiche non sono mai sovrapponibili, ma intanto nel 2025 le borse europee danno quasi 5 punti a Wall Street (-18.8% lo scorso anno), il resto del mondo ex USA sovraperforma gli Stati Uniti (-12.8% nel 2024) e le borse emergenti non sono più così sottoperformanti.

Così, un mix di dati macro non esaltanti – inflazione superiore alle attese, vendite al dettaglio decisamente inferiori alle aspettative – e dai connotati quasi stagflazionistici; rilanciano i trade rimasti visibilmente attardati nei due anni passati, al contempo imponendo un ritmo più misurato ai listini a stelle e strisce. Lo S&P500 ha brillato a gennaio, ma nei primi anni del ciclo elettorale questa esuberanza tende ad essere pagata nelle settimane successive con un sostanziale stallo delle quotazioni. Nuovi massimi storici non si escludono, ma dovrebbero rimanere isolati.

Al contrario, Piazza Affari non perde praticamente da otto settimane di fila. Una sequenza inanellata dal 2009 soltanto altre tre volte; le ultime due, ad inizio dello scorso anno ed a novembre 2022.

Gaetano Evangelista - www.ageitalia.net

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