Agosto è un mese tipicamente caratterizzato dal consolidamento delle quotazioni. La stagionalità fa i conti con una sequenza di ben cinque mesi positivi di fila. Le due informazioni storiche vanno adeguatamente soppesate. Nel frattempo, continua la capitolazione degli strategist.
A Wall Street ritornano gli acquisti, dopo ben una seduta di consolidamento. Il Dow Jones inanella un saldo positivo per 15 volte in 16 sedute: dal 1950 una sequenza sperimentata soltanto altre tre volte. Non è retorico rilevare che gli investitori stiano riscrivendo la storia.
In effetti la sensazione è che il mercato sia raggiunto da una corrente di acquisti da parte dei ritardatari; e fra questi annoveriamo non tanto il pubblico retail, quanto gli investitori istituzionali: rimasti clamorosamente ai margini dei listini azionari all’inizio dell’anno per effetto di una lettura macro rivelatasi clamorosamente errata. È notizia di ieri ad esempio che Citi ha rivisto a 5000 punti il target di fine anno per lo S&P500: una riconsiderazione brutale, visto il pessimismo palesato fino alla scorsa settimana, operata con assoluta nonchalance.
Il definitivo convincimento che una recessione non si manifesterà nel 2023, con le banche centrali riuscite a congegnare un soft landing dato da quasi tutti per improbabile, punisce la decisione generalizzata di sovrappesare i bond in portafoglio. Dall’inizio dell’anno il mercato obbligazionario mette a segno una performance grama (+1.9%), dopo un disastroso 2022. Negli ultimi tre anni, in termini total return, drammatico risulta il confronto fra Treasury a 30 anni (-17.95% medio annualizzato) e S&P500 (+13.66% medio annualizzato). Qualche testa cadrà fra gli investitori che contano.
Anche la prospettiva di una earnings season deludente si ridimensiona alla luce dei rilasci di questi giorni: quando ormai più della metà delle società quotate ha reso noti i conti del secondo trimestre, si apprende di un beat rate, ovviamente ancora provvisorio, dell’82%: uno dei più alti della storia. Ancora una volta aspettative eccessivamente depresse si confrontano con una realtà che impone una riconsiderazione e forza degli upgrade che finiscono per riflettersi sulle quotazioni.
Vero anche è che il bimestre appena iniziato non gode dei favori della stagionalità. In particolare agosto è risultato positivo soltanto nel 56% dei casi negli ultimi 50 anni, con una performance media del -0.2%. Ma, come sappiamo, veniamo da ben cinque mesi positivi consecutivi, e questo condiziona lo scenario tecnico delle prossime settimane e mesi: come commentiamo nel Rapporto Giornaliero di oggi, dove si conferma ancora una volta il target fino alla fine dell'anno per S&P500 ed Eurostoxx50. Una previsione che collima ancora una volta con le indicazioni dell'Outlook pubblicato il mese scorso.
A cura di Gaetano Evangelista
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