Goldman Sachs taglia l'obiettivo per lo S&P per fine anno

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 17/05/2022 09:53

Dopo oltre due anni, il mercato azionario americano formalizza una capitolazione. Sfiorata la definizione formale di bear market, ma più della metà delle società quotate cede più del 20% dai massimi. Il pessimismo prevale, ma non dilaga. La prospettiva di un rimbalzo.

Settimana dai due volti, con un inizio nella scia della debolezza inaugurata alla fine di marzo, ed un recupero che farebbe ben sperare: venerdì al NYSE l’Up Volume ha superato il 90% degli scambi complessivi. Se questo setup fosse seguito stasera da una chiusura di segno positivo da parte dello S&P500, potremmo confidare in un rimbalzo nelle prossime due-tre settimane.

Ciò non toglie che gli indici americani siano reduci dalla sesta settimana negativa consecutiva. Una stringa che non si vedeva da più di dieci anni. Dal 1950 questa successione è stata registrata altre 15 volte, ed il seguito è sempre stato degno di nota, come dettaglieremo nei prossimi giorni sul Rapporto Giornaliero.

Naturalmente il mercato appare provato, il pessimismo prevale ma non è plebiscitario: per la prima volta da marzo 2020 abbiamo assistiamo ad una formale capitolazione su base settimanale, che tipicamente nei bull market connota i minimi di mercato che contano. Nonostante lo S&P sia arrivato a perdere quasi il 20% dai massimi di inizio anno, avvicinando la definizione formale di bear market; in tale condizione si trova oltre la metà delle società incluse nel suo paniere. Ciononostante, le società del NYSE sui minimi annuali sono, in termini medi mensili, soltanto il 30% del totale: arrivarono al 40% alla fine del 2018 ed al 75% a marzo 2020.

Questo per rimarcare come la negatività non abbia (ancora) sfociato nella liquidazione finale, e che occorra un supplemento di cautela. Non a caso il modello di asset allocation ha assunto con l’ultimo aggiornamento una decisione a dir poco drastica. Sembra paradossale, ma il mercato che ha prosperato durante due anni di pandemia, è lo stesso mercato che fatica a convincere, ora che l’emergenza CoViD lascia spazio alla gestione di una situazione eccezionale ma non più così drammatica.

Gli stessi investitori appaiono cauti nel salutare la prospettiva di un rimbalzo nell’immediato. Come riportava venerdì il Wall Street Journal, molti clienti private di una banca come UBS detengono tuttora liquidità senza farsi cogliere dalla tentazione di cogliere un avventuroso minimo di mercato.
Lo sconto fondamentale ora proposto appare insufficiente a persuadere investitori ancora riluttanti, a fronte delle incertezze esogene. E non è un caso che sempre venerdì Goldman Sachs abbia tagliato l’obiettivo di fine anno per lo S&P500: da 4700 a 4300 punti, con un target modesto a 4000 punti a tre mesi.

Articolo a cura di Gaetano Evangelista
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