Inizia la capitolazione dei ribassisti. Aprono le danze "guru" visibilmente imbarazzati. Privi di una guida, molti investitori si interrogano sul da farsi. AGE Italia è fra le poche società che all'inizio dell'anno hanno assunto una posizione fermamente rialzista. Ora che si fa?
L’economia americana sorprende in positivo, conseguendo nel secondo trimestre una crescita annualizzata (+2.4%) superiore tanto alle aspettative della vigilia, quanto al tasso di crescita del primo quarto di quest’anno.
Un anno che lo scorso inverno avrebbe dovuto ospitare una ineluttabile recessione, ed invece si propone frizzante, con un’inflazione tornata sotto il controllo delle autorità monetarie, ed un mercato del lavoro ancora ben produttivo.
Il nirvana per gli investitori, l’inferno per gli incauti strategist che sette mesi fa hanno sciaguratamente prescritto un’asset allocation rivelatasi disastrosa, e che ora corrono frettolosamente ai ripari: Mike Wilson, Mirko Kolanovic ed ora Albert Edwards, hanno abiurato nelle ultime settimane le loro tesi ribassiste adeguatamente enfatizzate dai media specializzati e dai forum finanziari all’inizio di questo bull market. Mentre gli investitori che hanno seguito le indicazioni dell’analisi tecnica maturate lo scorso autunno (il famoso minimo del bear market «fra il 10 ed il 13 ottobre» chiamato qui) e la fine dello scorso anno, contano ora le plusvalenze accumulate; chi si è lasciato persuadere dai cosiddetti “guru” adesso si interroga angosciato sul da farsi.
Certo il mercato azionario non potrà salire per sempre. Ieri il vecchio Dow Jones ha interrotto a 13 la sequenza di sedute positive di fila. Eguagliato il precedente record, unico episodio post-bellico analogo. Per la cronaca, quel setup fu seguito da sette mesi di ulteriori rialzi. Ma anche abbassando l’asticella ad almeno 10 sedute in rialzo senza soluzione di continuità, al di là dei ritorni successivi su cui ci siamo già soffermati, risulta evidente come simili sequenze non si registrino certo nei bear market o a ridosso dei medesimi.
Scongiurata la recessione, un’altra improbabile minaccia che possiamo mettere definitivamente da parte è la presunta natura elitaria del bull market, in termini di partecipazione “ristretta” al rialzo.
Il bull market iniziato oltre nove mesi fa è entrato vistosamente in un secondo stadio: con una salutare rotazione dal Growth fino ad ora trainante ad un Value rimasto indietro. Per la prima volta dal minimo, più del 90% di tutte le azioni dello S&P Materials, Energy, Industrial e Financial, si collocano oltre la propria media mobile a 50 giorni.
È un indubbio segno di partecipazione corale da parte del Cyclical Value, che da un lato fornisce forze fresche al mercato, dall’altro depone a favore della continuazione del rialzo, statistiche alla mano.
Nell'aggiornamento di metà anno del 2023 Yearly Outlook, che caldamente raccomandiamo agli investitori, abbiamo dettagliato i target per il secondo semestre, e la mappatura dei mercati. Una guida preziosa per curare al meglio i propri investimenti.
A cura di Gaetano Evangelista
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