Le borse europee stanno surclassando da inizio anno i listini americani, trattenuti da un pessimismo serpeggiante fra gli investitori domestici. Lo S&P500 non ha compiuto alcun progresso in tre mesi, mentre il ranking per performance mostra diverse sorprese.
Come tutti i trade tematici, anche il Trump trade si è mestamente sciolto come neve al sole. Dall’inizio dell’anno gli Stati Uniti si collocano al 17esimo posto nel ranking per performance nel G30: in una classifica dominata da Hong Kong, e che vede altresì sul podio Italia (+12.4%) e Germania (+12.0%); con Spagna, Svizzera, Corea, Francia, Finlandia e Svezia che seguono.
Per Wall Street gli ultimi tre mesi si sono risolti in un sostanziale nulla di fatto, con lo S&P500 che venerdì sera si collocava sugli stessi livelli dell’11 novembre scorso: quando i media finanziari sempre a caccia di headline cattura click, esaltavano l’”eccezionalismo americano” ben visibile nello specchietto retrovisore.
Suggestivo questo scorcio iniziale d’anno, con le sedute a cavallo del week end – venerdì e lunedì – che sinora hanno prodotto una performance su base annualizzata, rispettivamente del -86 e -42%: con il guadagno messo a segno finora dal benchmark americano (+4.0% rispetto al 2024), realizzato nella parte centrale della settimana.
Che la sensibilità sia elevata è testimoniato dal sondaggio di AAII, secondo cui nelle ultime tre settimane gli Orsi sono risultati superiori al 40% del totale; con un mercato ancora mercoledì sera sui massimi storici. La differenza netta fra Tori ed Orsi si attesta a -13 punti: lo stesso umore depresso fatto registrare ad inizio novembre 2023; quando partì la gamba di rialzo di cui tuttora stiamo godendo.
Colpisce, delle considerazioni raccolte nel fine settimana, il terrore che ha contornato il -1.7% di venerdì sera, come fosse un presagio di imminenti sventure. Trascurando come gli ultimi due episodi precedenti, peraltro non unici, di perdita analoga venendo da un massimo annuale sullo S&P500; risalgano al 31 gennaio 2024 ed al 17 maggio 2017: musica, per le orecchie dei Tori...
Il Rapporto Giornaliero di oggi, invece, più opportunamente si sofferma su cosa aspettarsi fino alla fine del 2025 dopo il conseguimento di un saldo positivo da parte dello S&P500 dopo i primi cinquanta giorni dell’anno. Un dato da leggersi con le indicazioni strategiche contenute nel 2025 Yearly Outlook ben scolpite nella mente.
Certo questo non esclude occasionali aggiustamenti, dettati da un profilo stagionale che in effetti nelle prossime settimane risulta impegnativo. Ma è ben collocare i possibili consolidamenti nell’alveo del contesto strutturale di mercato. E da questa prospettiva desta impressione lo spettacolare segnale di inversione di tendenza maturato venerdì sera sui due indici “atlantici”. Ma per questo rimandiamo al rapporto di oggi.
Gaetano Evangelista - www.ageitalia.net