Dal bilancio Fed un precedente minaccioso

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 24/04/2018 13:39

In un interessante ribaltamento di comportamenti, la borsa americana ieri nel finale di seduta ha rovesciato la performance negativa che ha caratterizzato quasi tutte le contrattazioni, riuscendo nella sostanza ad evitare il segno negativo. Elemento teoricamente beneaugurante, visto che da tempo Wall Street evidenzia una inquietante debolezza nel finale di seduta; ma bisogna tenere presente che la distribuzione fa paura non quando si manifesta - 'che le mani forti hanno pur bisogno di un mercato tonico per vendere... - bensì quando si esaurisce: vale a dire, nel momento in cui lo Smart Money Index incomincia a risalire. Ad ogni modo, una seduta non fa tendenza: è ancora presto per giungere a conclusioni definitive.

Resta il fatto che il listino a stelle e strisce è riluttante a manifestare il tipico comportamento schiacciante che si registra all'indomani dei minimi che contano. È una questione di qualità: Up Volume e ampiezza non fanno registrare le statistiche confortanti che inducono a formulare proiezioni radiose. Il mercato risale soprattutto grazie alla rimozione delle incertezze, che fanno raffreddare la volatilità; complici gli hedge fund, che sul VIX hanno ammassato talmente tante posizioni lunghe, da essere sovraesposti e a rischio di liquidazione da margin call.

D'altro canto, però, una zavorra appesantisce il mercato: il lento ma costante (anzi: progressivo) smantellamento di quasi dieci anni di Quantitative Easing da parte della Federal Reserve. Negli ultimi tre mesi il bilancio dell'istituto di emissione si è ridosso di quasi 50 miliardi di dollari: è il dato più consistente di tutto questo bear market. La liquidità si prosciuga, anche se non a ritmi minacciosi; non ancora: il Rapporto Giornaliero di oggi mostra un illustre precedente di riduzione eccessiva del bilancio Fed. Eravamo a gennaio 2008, e la contrazione del bilancio superò i 55 miliardi (non molto più del recente ritmo): da lì sarebbe iniziata la crisi dei listini azionari mondiali.



Gaetano Evangelista
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