Dai Magnifici Sette ai Fantastici Quattro

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 06/03/2024 10:30

Iniziano a cadere le teste dei ribassisti. Nouriel Roubini, detto "Dr. Doom", cancella la raccomandazione di short formulata lo scorso autunno, e suggerisce di non andare contro il bull market. E se i tassi alla fine non fossero proprio tagliati?

In una seduta povera di spunti economici di rilievo, i riflettori sono stati conquistati da Rafael Bostic, presidente della Federal Reserve di Atlanta: il quale ha rilevato come un taglio dei tassi ufficiali potrebbe incoraggiare la domanda, generando rinnovate pressioni inflazionistiche. Aggiungendo come un primo intervento sul costo del denaro sarà verosimilmente seguito da una pausa, finalizzata alla verifica delle reazioni sul piano macro.
Questo ridimensiona ulteriormente le ambizioni di robusta sforbiciata dei tassi Fed, ancora dominanti fino a meno di due mesi fa. Perché se il Fed Funds rate fosse effettivamente ritoccato non prima di giugno, come appare ormai fondato, una pausa verosimilmente fisserebbe il secondo intervento per non prima di settembre: a poche settimane dalle elezioni presidenziali: e per quanto Powell reclami una assoluta indipendenza, sarebbe difficile giustificare un taglio dei tassi che probabilmente avvantaggerebbe Biden.

Forse è questa prospettiva del venir meno di un importante driver a favore del mercato obbligazionario, che sta obbligando i ribassisti ad una dolorosa abiura. Ieri è stato il turno di Nouriel Roubini, noto anche come “Dr Doom”: il quale, dopo aver prescritto l’autunno scorso lo short di azioni in vista di un ribasso di non meno del 10% atteso fino a fine anno; adesso suggerisce con invidiabile leggerezza di assecondare il bull market, visto che il rischio peggiore a questo punto è quello di perdere il rialzo. Più che comprensibile sgomento e smarrimento da parte dei malcapitati che all’epoca lo hanno assecondato.
Al netto del consolidamento messo in conto nella prima metà del mese corrente, la capitolazione dei ribassisti è un passaggio obbligato nell’ambito di un bull market che contraddistinguerà ancora i prossimi mesi. Un rialzo che inizia ad evidenziare tratti distintivi differenti rispetto a quelli che hanno contraddistinto i passati 17 mesi di Toro.

Quella che fino a poche settimane fa erano le invincibili Magnifiche Sette, sono state frettolosamente declassate a Mag6 dopo la debacle di Tesla. Indi, alla luce dei ripiegamenti di Apple e poi Alphabet, adesso la formula divulgativa è stata rivista a “Fantastici Quattro”. Nel frattempo mid e small cap sovraperformano, mentre il resto del mondo brilla di luce propria.


Ricordiamo ancora con nostalgia quando lo scorso autunno il FTSE MIB lambiva con delicatezza il supporto a 27500 punti, dal quale è partita una poderosa gamba di rialzo. Come visto ieri, il MSCI Euro è ad un passo dal conseguimento di un nuovo massimo storico: sembra di vedere Wall Street nel 2013, quando analogamente fu superato il picco del 2000. Piazza Affari è attesa ad una correzione, ma per ammirare il massimo definitivo occorrerà con ogni probabilità attendere ancora. Nel Rapporto Giornaliero di domani parleremo di target per il FTSE MIB.

A cura di Gaetano Evangelista

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