Con il No Landing, addio al taglio dei tassi

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 21/02/2024 12:47

Prende corpo la previsione clamorosa benché splendidamente isolata del 2024 Yearly Outlook: un'economia sorprendentemente troppo forte da consentire un minore costo del denaro. Il mercato azionario ringrazia, quello obbligazionario un po' meno.

La settimana conferma per i listini azionari l’intonazione riflessiva suggerita dall’analisi ciclica e stagionale: favorevole ad un consolidamento nei tempi e con le modalità già discusse. 
I compratori concedono questa tregua da posizioni di forza. Lo S&P500 è reduce da una spettacolare striscia di 14 risultati positivi in 15 settimane, mentre il più ampio e rappresentativo NYSE Composite - quasi 3.000 titoli, di cui 2.000 azioni - è fresco reduce dal conseguimento di un nuovo massimo storico: a più di due anni dall’episodio precedente. Dal 1970 si contano soltanto dieci precedenti di massimo assoluto distanziato di almeno dodici mesi da quello precedente; con l’analisi storica che conferma le aspettative ormai consolidate, come discutiamo nel Rapporto Giornaliero di oggi.

D’altro canto il mercato azionario riflette una realtà economica adesso sotto gli occhi di tutti. Quando la earnings season è giunta a quattro quinti del suo sviluppo, le società che hanno battuto le stime risultano il 79% del totale, con profitti adesso del 7% superiore rispetto ad un anno fa.
A livello macro va persino meglio. Il Leading Economic Index (LEI) calcolato dal Conference Board è sceso a gennaio per il 23esimo mese consecutivo, ma 6 dei 10 sottocomponenti hanno fornito un apporto positivo, con la Conference Board che, udite udite, ufficialmente ora non anticipa più una recessione. Comprensibile disagio e disappunto dei ribassisti, con la Fed di Atlanta che conferma una proiezione di crescita del 3% per il primo quarto.
Percepibile il dilemma della Federal Reserve: ridurre il costo ufficiale del denaro, prestando il fianco al rischio che l’inflazione si risvegli? O mantenere i tassi di interesse elevati a lungo, con il diverso ma non meno temibile rischio di provocare l’insorgenza di qualche fastidioso “cigno nero”?

La narrativa di massicci tagli dei tassi ufficiali quest’anno, si va sgretolando. Ieri su Bloomberg due qualificati interventi hanno enfatizzato la possibilità che il policy rate americano tutto sommato non sia così elevato, con gli eventi recenti che hanno innalzato il neutral rate ben oltre le stime della Fed. Si allontana la tempistica di un taglio, mentre si incomincia clamorosamente a parlare di aumento del Fed Funds rate. Una ipotesi certo minoritaria, ma adesso sul tavolo: che conferma l’ipotesi del No Landing, alla base del nostro 2024 Yearly Outlook. A cui rimandiamo per la rivelazione di cosa aspettarsi dai mercati finanziari per i prossimi dodici mesi di questo ancora una volta sconvolgente e sorprendente - per i più - anno.

A cura di Gaetano Evangelista

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